(Adnkronos) – Le indagini sul cosiddetto ‘mostro di Firenze’, a cui sono attribuiti una serie di omicidi avvenuti fra il 1974 e il 1985 ai danni di giovani coppie appartate in varie zone boschive della provincia di Firenze, “vanno tolte alla Procura di Firenze e affidate al Procuratore Generale”. L’avvocato Valter Biscotti, difensore di alcuni familiari delle vittime del misterioso serial killer, ha depositato questa mattina la richiesta di avocazione delle indagini alla Procura Generale di Firenze.
“Alla luce di quanto accaduto a seguito di alcune decisioni della procura di Firenze che di fatto impedisce ai difensori delle persone offese di svolgere indagini difensive relative agli otto duplici omicidi siamo costretti ad agire di conseguenza”, ha dichiarato all’Adnkronos l’avvocato Biscotti.
Secondo il legale del foro di Perugia, “sussistono tutti i requisiti di legge per potersi chiedere l’avocazione prevista dall’articolo 412 del codice di procedura penale: per la fuga di notizie sulle relazioni Minervini; per le mancate risposte alle legittime istanze dei difensori, di accesso agli atti di processi definiti con sentenze dibattimentali da più di venti anni; per la violazione dei termini di durata previsti dall’articolo 407 del codice; per la violazione degli adempimenti imposti dall’articolo 407 comma 3 bis del codice; per la mancata messa a disposizione della Corte di assise degli atti del fascicolo per il dibattimento del processo Pacciani nella loro integrità e completezza”.
Secondo l’avvocato Biscotti, “negli atti sia del processo Pacciani che in quello sui compagni di merende c’è la chiave per la soluzione del caso. Poiché ritengo discutibilissimi gli esiti di quei processi ho la sensazione che ci vogliono impedire di accedere a quegli atti”.
“Si pensi solo alla storia del proiettile trovato nel giardino di Pacciani. Una perizia (Minervini) mette in forte discussione ‘il ritrovamento’ – aggiunge il legale sempre nella dichiarazione all’Adnkronos – Noi vogliamo vedere tutti gli atti perché li c e la verità degli otto duplici omicidi, verità a mio giudizio che non ha nulla a che vedere con istruttorie e sentenze fino ad ora conosciute”.