(Adnkronos) – “Sono stato parte di una generazione che ha scritto film anche molto violenti, ma è un tempo che appartiene al passato. L’idea di se e come possiamo partecipare alla nostra redenzione si è evoluta”. Paul Schrader porta alla Mostra di Venezia, nella sezione Fuori Concorso, ‘Master Gardener’ (Il Maestro Giardiniere, ndr), che verrà proiettato ufficialmente al Lido stasera in Sala Grande, nel quale sviluppa la storia di Narvel Roth, meticoloso orticoltore di Gracewood Gardens dal passato turbolento. La devozione per i terreni della bella e storica dimora è pari al tentativo di compiacere la sua datrice di lavoro, la ricca vedova Mrs. Norma Haverhill. Tutto sembra scorrere tranquillo, ma quando la donna gli chiede di assumere la sua capricciosa e inquieta pronipote Maya come apprendista, il caos entra nella spartana esistenza di Narvel, rivelando un passato con il quale tutti i personaggi si dovranno confrontare.
“Abbiamo un’idea della redenzione cristiana attraverso il sangue, e quindi la sofferenza come Cristo che porta la salvezza -spiega Schrader- Ma le cose evolvono, e nel mio film c’è una fine sì violenta ma forse non così tanto perché alla fine si trova appunto una redenzione per i protagonisti. Perché esiste quello che ha luogo al di fuori dell’inquadratura, ma poi c’è quello che succede dentro i personaggi”. Per far capire meglio il concetto, Schrader cita un verso del brano che fa da colonna sonora al film: “Dice ‘Non voglio lasciare questo mondo senza aver mai detto ‘ti amo’. Ecco, di questo si tratta”.
L’ambientazione, un giardino di splendidi fiori che il protagonista descrive in un diario che gli fa da flusso di coscienza, “è la metafora più antica esistente nell’arte. Tutto ha inizio nel giardino, soprattutto per un personaggio che desidera nascondersi, e tutti i miei personaggi si nascondono. Non so se sia plausibile, ma ho pensato: chissà se questa persona può essere perdonata, un ex nazista perdonato in un giardino da una persona nera. La cosa interessante dell’arte è questo creare delle situazioni ipotetiche su cui possiamo rimuginare”.
Nei panni del giardiniere ex nazista Narvel Roth l’attore australiano Joel Edgerton, due le protagoniste femminili forti e meravigliosamente delineate: la proprietaria del Giardino, interpretata da Sigourney Weaver, e la pronipote Maya, un’intensa Quintessa Swindell. “Ho letto sceneggiatura ed è stata una rivelazione -racconta la Weaver- Ho ricevuto sceneggiatura un paio di giorni prima, ed era diversa da qualsiasi sceneggiatura che avessi mail letto, aveva una struttura verticale. Sembrava semplice in superficie, ma con una profondità di passione molto particolare”. Il ruolo di Norma “è uno dei personaggi più belli che abbia mai avuto, Paul ha scritto due ruoli meravigliosi per donne”.
“Ciascun carattere è già pronto, lo schema è già presente, l’ambiente. E’ stato solo questione di tuffarci nel ruolo e aggiungere alcuni elementi ad esempio il fatto di essere una giovane donna nera come sono io. E’ stato un viaggio”, dice la giovane Quintessa Windell. Il regista e sceneggiatore sarà stasera sul red carpet alle 21 e riceverà in Sala Grande il Leone alla Carriera della 79ma Mostra di Venezia. “Mi reputo una persona fortunata. Ho fatto i miei errori come tutti ma i film sembrano avere una vita utile, e questa è una cosa difficile da affrontare -dice Schrader- Come si fa a convincere una persona a tornare a vedere i tuoi film dopo vent’anni? Ne ho discusso con Bruce Springsteen, ci sono film e canzoni che sembrano fatti apposta per far sì che siano fatti apposta per essere rivisti dopo tanto tempo”. E conclude: “Sono stato tante cose, regista, sceneggiatore, ma anche imprenditore. Ci sono tanti aspetti, anche solo per questo, mi merito un Leone d’Oro”.