(Adnkronos) – (dall’inviata a Ilaria Floris) “Oggi ci sono molti più governi di destra di quanti io non ne ricordi in tutta la mia vita, e io ho 56 anni. Ungheria, Polonia, India, Brasile, l’America con Trump e adesso anche in Italia il pendolo sta oscillando verso destra. Questa è una condizione molto pericolosa”. Ad affermarlo all’Adnkronos è Mark Cousins, regista del documentario ‘Marcia Su Roma’ che racconta “gli inganni del fascismo” e apre oggi le Giornate degli Autori della Mostra di Venezia come evento Speciale Fuori Concorso. Un documentario destinato a far discutere a venticinque giorni dal voto in Italia. Il film prende spunto dalla rilettura di ‘A Noi’ di Umberto Paradisi del 1923, documento ufficiale del Partito Fascista sulle giornate che portarono Benito Mussolini al potere. Un racconto che, secondo il regista, “è pieno di fake news ed inganni”.
“Perché ho scelto di presentare adesso questo film? Prima di tutto perché quest’anno ricorre il centenario della Marcia su Roma, ma anche per una ragione un po’ più globale”, osserva. “L’estrema destra infatti non è interessata al problema dei migranti, delle minoranze, dei poveri, di chi è in difficoltà, quindi è molto importante che le persone possano capire quanto tutto questo sia pericoloso” dice il regista. Che osserva: “Credo che siano due le cose che ci hanno dimostrato quanto tutti noi apparteniamo alla stessa specie: il Covid e il riscaldamento globale. Sono le due grandi sfide che l’umanità deve affrontare e che ci dovrebbero unire e non dividere. Invece, i governi di destra tendono ad essere divisivi, ritengono di essere speciali, e fanno una classificazione ‘noi siamo i buoni, voi siete i cattivi’, e questo la gente lo deve capire”.
Nel film, le immagini dell’Archivio Luce si accompagnano alla voce narrante dello stesso regista e alla presenza di Alba Rohrwacher nel ruolo di Anna, una donna della classe operaia che incarna il sentimento della gente comune, dapprima esaltata sostenitrice del regime e poi disillusa e critica. Cousins sa perfettamente che tra meno di un mese si svolgeranno le elezioni italiane, e che la destra è favorita per la vittoria in tutti i sondaggi. E non si sottrae ad una riflessione ‘forte’ in merito a questa prospettiva: “Quando tu senti un importante politico italiano (Giorgia Meloni, ndr) tenere un discorso in Spagna in cui dice ‘no ai diritti Lgbtq e sì invece all’universalità della croce’ ti preoccupi, perché sono termini e parole utilizzati dai crociati nel 1100. E’ qualcosa che va molto vicino alla teoria della sostituzione bianca o a demonizzare l’Islam. Io lo trovo pericoloso, ma ovviamente sta agli italiani decidere”.
E, da artista, ci tiene ad aggiungere una riflessione all’indirizzo della leader di Fratelli d’Italia: “Giorgia Meloni dice ‘gli artisti sono contro di me, odiano la destra’. Ma non è così: se si va a guardare il passato, in particolare l’Italia, gli artisti hanno appoggiato Mussolini e si sono fatti anche strumento della sua propaganda. Forse, dovrebbe porsi la domanda sul perché ora gli artisti sono contro la destra….”, conclude.