Fra gli attivisti del movimento ‘No grandi navi’ (così come capita anche in molti altri movimenti), oltre ai volontari, si celano anche ingegneri e tecnici, persone specializzate che, in difesa dall’habitat della loro amata area geografica di appartenenza, oltre che con i fatti cercano di spiegare anche ‘tecnicamente’ perché spesso dietro ad opere tanto decantate in realtà ci sono soltanto interessi economici e null’altro.
‘No grandi navi’ e la ‘battaglia navale’ al Mose
E’ quello che stamane ha tentato di fare Stefano Micheletti, di ‘No grandi navi’, stamane protagonisti di una ‘coreografica’ contestazione – visto il contesto – andata in scena con i barchini, che hanno cercato di ‘bloccare’ le paratoie del Mose, alle cui prove generali è giunto ad assistervi anche il premier Conte. Non sono stati mancati momenti di tensione, e anche paura, quando le forze dell’ordine hanno ‘caricato’ speronando i barchini con a bordo i manifestanti: una sorta di ‘battaglia navale’ andata in scena davanti al premier.
Micheletti: “E’ un’opera sbagliata, inutile e dannosa”
“Il Mose non finirà mai e anche se riuscissero a completarlo sarebbe obsoleto tra pochi anni. E’ un bidone. E Conte non sa neanche tanto bene di cosa si tratta”, spiega subito Micheletti, “Alcune decine di barche dei movimenti ‘No Mose’ e ‘No Grandi Navi’ hanno partecipato alla protesta – ha quindi ricostruito l’esponente attivista – In un primo momento abbiamo assediato, tra virgolette, la motonave Eraclea che partiva da San Marco dicendo la nostra con i microfoni e l’amplificatore, spiegando il perché secondo noi il Mose è un’opera sbagliata, inutile e dannosa, e accanirsi ancora a spendere soldi per finirla”.
Micheletti: “Non è pronto è ancora tutto provvisorio”
Quindi l’esponente di ‘No grandi navi’ spiega perché, a suo giudizio, si tratta di un’opera costata un mare di soldi ma fine a se stessa: ”Per noi l’opera non finirà mai: dicono che sono al 98 per cento, ma manca tutto il motore, l’apparato elettromeccanico, oggi hanno sollevato le paratoie con un impianto provvisorio. Non so se riusciranno a consegnare l’opera per il dicembre 2021: le criticità sono innumerevoli e secondo noi si tratta di un vero e proprio bidone”.
Micheletti: “L’innalzamento del mare vanificherà tutto”
Poi Micheletti fa una riflessione più che plausibile: “Al di là che funzioni o meno, tra qualche decennio il Mose non servirà perché con i cambiamenti climatici è previsto un innalzamento medio del livello del mare molto forte, oltre le previsioni di quando fu progettata l’opera. Con l’innalzamento del livello del mare bisognerà tenere le paratoie costantemente chiuse e questo vorrebbe dire uccidere la Laguna dal punto di vista biologico. La presenza di Conte oggi? Non sa neanche tanto bene di cosa si tratta e probabilmente anche il ministro De Micheli”.
Max