Venezia per la prima volta nella storia è stata completamente chiusa al mare, seppur per poche ore, per effetto del primo test del Mose e delle sue 78 dighe mobili. Una struttura pensata per proteggere la Laguna dalle acque eccezionali. Alla prova, interdetta completamente al traffico marino, erano presenti il premier Giuseppe Conte, la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Fedrico D’Incà.
La data definitiva della straordinaria opera idraulica rappresentata dal Mose e pensata per proteggere la città dall’innalzamento eccezionale del livello dell’acqua come successo lo scorso 12 novembre, è prevista per il 31 dicembre del 20121, ma la speranza è possa essere conclusa prima come ha auspicato anche il premier Conte presente all’evento.
“Questa non è una passerella”
“Questa non è una cerimonia di inaugurazione- ha detto il presidente del Consiglio – non siamo per una passerella, siamo per un test. Il governo vuole toccare con mano e verificare l’andamento dei lavori. Questo Mose va completato e dobbiamo fare in modo che il prossimo autunno-inverno ci sia uno strumento di salvaguardia”.
Il premier ha poi chiarito alcuni punti chiave dell’opera di costruzione dell’imponente impianto idraulico: “Il nostro è un approccio laico e pragmatico. Quest’opera ha attirato tante critiche, è stata avversata e auspicata. Un’opera rallentata nell’esecuzione, su cui si sono addensati episodi di malaffare che ne hanno compromesso il completamento. Episodi deprecabili, non dobbiamo dimenticare nulla”, ha concluso Conte.