Nemmeno il tempo di rallegrarsi per il fatto che, almeno sull’export del grano e dei cereali, ieri Kiev e Mosca hanno finalmente trovato un accordo ad Istanbul, ed ecco che già oggi il presidente ucraino è tornato subito ‘a far polemica’: “L’attacco contro Odessa – attacca Zelensky – dimostra solo una cosa: non importa cosa la Russia dice e promette, troverà sempre il modo di non attuarlo“.
Insomma, altro che ‘timido riavvicinamento’: qui la sensazione è che di voler cercare un’intesa sulla pace non interessa a nessuno. Tanto è che poi il numero di Kiev è tornato subito a parlare di guerra e di armi, tenendo a ringraziare gli Stati Uniti, che si preparano a spedire in Ucraina altri lanciarazzi, mezzi e droni. “Grazie presidente Biden per il nuovo pacchetto di aiuti alla difesa per l’Ucraina. Armi potenti e di fondamentale importanza salveranno la vita dei nostri soldati, accelereranno la liberazione della nostra terra dall’aggressore russo. Apprezzo l’amicizia strategica tra le nostre nazioni. Insieme per la vittoria!“.
Come infatti già preannunciato, complici i sofisticati sistemi di artiglieria Himars, Washington si appresta infatti ad altri invii per qualcosa come 270 milioni di dollari. Si tratta di armi di nuova generazione, parliamo di lanciarazzi a lungo raggio, che consentono di combattere le truppe russe senza esporre ad evidenti rischi gli uomini dell’esercito di Kiev i quali, a causa della modesta gittata dei loro sistemi, fino ad oggi erano costretti ad avvicinarsi troppo alla linea di fuoco nemica. Ricordiamo che, ad oggi, l’amministrazione Biden ha già inviato in Ucraina armi per 8,2 miliardi di dollari.
Max