L’intelligence Usa, insieme a quelle degli alleati, stanno aumentando gli sforzi per individuare qualsiasi mossa o comunicazione dei militari russi che possa segnalare un eventuale ordine da parte di Vladimir Putin per il ricorso a armi nucleari nel conflitto con l’Ucraina.
Ovviamente prevale la paura che “qualsiasi indicazione che l’imprevedibile leader russo abbia deciso di scatenare l’impensabile, in un disperato tentativo di riconquistare l’iniziativa o ricattare la comunità internazionale, potrebbe arrivare troppo tardi“. Tuttavia, per quanto possibile in questi casi, gli 007 internazionali (dalle semplici comunicazioni a quelle più sofisticate), continuano costantemente a monitorare ogni ‘respiro’ dei militari di Mosca, così da riuscire ad ‘intercettare per tempo’ (non sia mai), ogni minimo indizio capace di riuscire a predire un imminente ricorso ad armi nucleari da parte di Putin contro l’Ucraina.
Un’impresa, come dicevamo, abbastanza complicata, visto che ormai, grazie alla tecnologia, se non i droni, ma moltissime armi e mezzi (dai caccia, ai lanciamissili), possono essere armati con piccoli ordigni ‘tattici’ nucleari. Le circostanze, anche per ovvi motivi, suggeriscono che, semmai arrivi a farlo, la Russia opterebbe per ‘perimetri contenuti’, evitando così l’impiego di armi facilmente intercettabili, come i missili balistici intercontinentali.
Insomma, sebbene ucraini ed alleati continuino ad assicurare “Noi stiamo controllando maggiormente“, impiegando agenti segreti, infiltrati, e ‘spie sul campo’, in realtà, a meno che non sia Putin in prima persona (o Biden a parti inverse) ad annunciarlo prima, allo stato dei fatti resta purtroppo molto complicato riuscire a prevenire un eventuale – seppure ‘minore’ – attacco nucleare. Questo, almeno, è quanto detto…
Max