Erwin Olaf, il visionario audace della cultura queer, è morto all’età di 64 anni. Il celebre fotografo olandese, noto in tutto il mondo, è stato una figura influente e allo stesso tempo controversa nella fotografia contemporanea. Le sue immagini audaci, provocatorie e cariche di profonda emotività, dedicate alla cultura queer, hanno fatto scalpore.
Erwin Olaf è scomparso ad Amsterdam il 20 settembre, come annunciato sulla sua pagina Instagram ufficiale. Aveva subito un trapianto di polmoni alcune settimane fa a causa dell’enfisema che aveva contratto nel 1996, ma purtroppo le sue condizioni si sono deteriorate rapidamente. Da oltre trent’anni viveva e lavorava ad Amsterdam, nel suo studio fotografico situato in una vecchia chiesa sconsacrata.
Noto per il suo stile fotografico caratterizzato da atmosfere misteriose e riflessive, Erwin Olaf Springveld, nato il 2 luglio 1959 nei Paesi Bassi, era anche un attivista LGBTQ+. Il governo olandese lo aveva insignito del titolo di cavaliere nel giorno del suo 60° compleanno, in riconoscimento del suo impegno a favore dei diritti della comunità LGBTQ+. Ha realizzato numerosi reportage e mostre dedicati a questo tema.
Le opere di Olaf sono celebri per le loro atmosfere suggestive, le composizioni teatrali e le mise en scène. Le sue fotografie, spesso sconcertanti e inquietanti, sono vere e proprie rappresentazioni silenziose che narrano storie di uomini, donne e bambini. I loro sguardi vuoti svelano paure, incertezze e desideri.
Erwin Olaf intrecciava in modo complesso e drammatico le narrazioni nelle sue immagini, creando un senso di stranezza, provocazione e solitudine. Ha vinto due Leoni d’argento al Festival della creatività di Cannes nel 1998 e nel 2001 per le sue campagne pubblicitarie per Diesel e Heineken. Le sue fotografie sono state pubblicate su riviste di moda di tutto il mondo, e ha collaborato con marchi come Bottega Veneta, Diesel, Levi’s, Microsoft e Nokia.
La sua consacrazione internazionale è arrivata nel 1988 con la serie in bianco e nero “Chessmen”, dove ha utilizzato figure umane in pose visionarie per rappresentare i pezzi di una surreale scacchiera in 32 tableaux erotici. Erwin Olaf ha avuto importanti mostre personali in rinomati musei e gallerie d’arte in Europa e negli Stati Uniti, ed una delle sue fotografie è stata scelta come manifesto della Biennale di Valencia nel 2001.