“Sono distrutta. L’ho vista un mese fa, sono stata a casa sua, le avevo telefonato per dirle che ero a Roma. ‘Amore per te la porta è sempre aperta’, mi ha risposto. E’ un dolore enorme”. Così Rita Pavone, raggiunta al telefono dall’Adnkronos, commenta la morte di Lina Wertmuller, avvenuta stamattina a Roma. Pavone era legatissima alla regista romana, sia umanamente che professionalmente: tra le tante collaborazioni, la Wertmuller la diresse nell’indimenticabile ‘Gianburrasca’ televisivo del 1964.
“Per me è stata una seconda mamma, una mamma artistica con la quale io ho iniziato, perché lei era a Studio Uno -ricorda la Pavone visibilmente commossa-. La mia vita è un passaggio totale di cose tra televisione, film, e lei mi aveva anche incluso nel docufilm di Valerio Ruiz sulla sua vita, ‘Dietro gli occhiali bianchi'”. Pavone ricorda poi il loro ultimo incontro, un mese fa a Roma: “Stava benissimo, era in forma sul suo divano, le gambe bianche, le unghie laccate, i piedi scalzi. Lei camminava ovunque a piedi scalzi”.
Ora “cercherò di esserci in tutti i modi, perché non posso mancare al suo funerale”, aggiunge la Pavone. Che nell’omaggiare la celebre regista di capolavori come ‘Travolti da un insolito destino’, sottolinea il modo in cui vorrebbe che il mondo la ricordasse: “E’ una donna che ha avuto una nomination all’Oscar. Non è mai successo per nessuna donna come regista. E’ stata un caposaldo: aveva un’intelligenza, una simpatia, un umorismo e nello stesso tempo era romantica e sentimentale. Tutto il mio affetto a Zulima, la figlia. La stringo forte”, conclude la Pavone.