Cassino (Frosinone). Al centro dellattenzione dellondata mediatica che ha colpito labbazia di Montecassino, ci sono lex abate Pietro Vittorelli e suo fratello Massimo. Le accuse sembrano concentrarsi su un presunto furto di una somma non indifferente circa cinquecento mila euro- notificate dalla guardia di finanza del Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Frosinone, allex abate e suo fratello. Secondo le indagini la grande somma sarebbe stata prelevata dai due uomini proprio dalle casse del monastero benedettino, e sarebbe stata utilizzata per scopi e fini personali. Ad aggravare la situazione lo sconforto nel pensare che la somma sottratta sarebbe dovuta essere destinata allallora Caritas diocesiana. Vittorelli fu già al centro dellattenzione a seguito della sua rinuncia alla carica di abate, in cui sembrava aver scelto unaltra vita, ben distante da quella che lo ha visto alla guida della comunità monastica, dal 2007 al 2013. Si era dimesso ufficialmente per motivi di salute, a seguito di una lunga e dolorosa riabilitazione per i postumi di una crisi cardiaca. Nel momento in cui a Montecassino si insediò il nuovo abate don Pietro Ogliari, Vittorelli apparve sulla scena in ottima forma. Don Pietro Vittorelli infatti ha lasciato il monastero benedettino due anni fa. Con l’arrivo di Papa Francesco l’abbazia ha subito una vera e propria rivoluzione ed ha vissuto momenti difficili, a causa di una sorta di ispezione interna scaturita proprio dal sospetto di ammanchi di notevole entità. Grazie allinsediamento del nuovo abate, labbazia di Montecassino è tornata ad essere il fulcro per tanti credenti e turisti che ogni mese giungono nel posto a visitarla. Grazie a lui, don Pietro Ogliari, e grazie alla rivoluzione di Papa Francesco, labbazia di Montecassino è giunta all’accorpamento delle Diocesi di appunto, Cassino e Sora, e alla nuova gestione della Caritas. Il gesto dellex abate porta dunque ad una situazione di sfiducia nei confronti del sistema a causa anche del forte terremoto mediatico. Il sequestro è stato disposto dal Gip del Tribunale di Roma Vilma Passamonti, su richiesta del pm Francesco Marinaro ed è eseguito da militari del nucleo speciale di polizia valutaria delle Fiamme Gialle. Gli importi sottratti – sempre secondo l’accusa – sarebbero stati riciclati in varie tranche attraverso passaggi su vari conti correnti gestiti dal fratello, che fungeva da intermediario finanziario.