Italia in prima linea sul fronte degli anticorpi monoclonali anti-Covid che si promettono attivi anche contro le varianti di Sars-CoV-2. “Vir-7831 è un anticorpo monoclonale prodotto nel nostro centro di eccellenza di Parma, che ha appena dimostrato un’efficacia pari all’85% nell’evitare l’ospedalizzazione o il decesso se somministrato agli esordi della malattia”, ricorda a ‘Il Sole 24 Ore’ Fabio Landazabal, amministratore delegato di Gsk Italia, che sottolinea anche come, da studi preliminari, il prodotto – frutto della collaborazione fra la britannica GlaxoSmithKline e l’americana Vir Biotechnology – sembri funzionare anche contro i mutanti del coronavirus pandemico.
Lo studio che ha dimostrato l’efficacia del farmaco contro ricoveri e morti da Covid-19 “è stato interrotto per profonda efficacia – evidenzia il manager – ed è stata immediatamente richiesta l’autorizzazione all’uso di emergenza nei principali Paesi del mondo. Anche l’Italia fa parte dei Paesi dove questi risultati sono stati condivisi, insieme alla disponibilità dell’azienda ad approfondirli”.
In Europa è appena iniziato il processo di revisione da parte del Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia del farmaco Ema, dal quale è attesa nell’arco di alcune settimane l’autorizzazione per Vir-7831 all’uso di emergenza, mentre negli Usa la decisione dovrebbe arrivare entro aprile. “Vir-7831 ha due caratteristiche particolarmente importanti che lo differenziano dagli altri anticorpi monoclonali di cui si è sentito parlare finora”, precisa Landazabal, descrivendo “un doppio meccanismo d’azione che elimina il virus dalle cellule e ne impedisce l’entrata. La capacità dimostrata dagli studi preliminari è di essere efficace anche contro le varianti, in quanto agisce su una parte del virus che finora non è mutata”.
Vir-7831 “al momento è per l’uso in infusione per i pazienti all’esordio della malattia – prosegue l’Ad di Gsk Italia – Sono comunque in corso altri studi per valutarne l’uso in profilassi, nei pazienti ricoverati e con una formulazione più semplice come quella per iniezione intramuscolare, ma è ancora troppo presto per conoscerne i risultati”.
“E sempre in tema Covid-19 – aggiunge Landazabal – stiamo valutando altri due anticorpi monoclonali. Il primo, chiamato otilimab, originariamente studiato per l’artrite reumatoide, ha dimostrato una potenziale efficacia nei pazienti più anziani e ospedalizzati; il secondo, denominato Vir-7832, è ancora nelle fasi iniziali di ricerca”.
Perché Parma? “Perché a Parma abbiamo uno stabilimento non solo specializzato nelle produzioni più moderne e innovative – risponde il manager – ma anche nel produrre i candidati farmaci che vengono usati per i trial clinici. E sempre qui, oltre a Vir-7831, ne produciamo altri tre diversi per il trattamento di mieloma multiplo, asma grave e lupus, che proprio da Parma vengono esportati in tutto il mondo”.