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Moda second hand, piace agli italiani e Zalando lancia un nuovo servizio

La moda di seconda mano piace ai consumatori italiani tanto che oltre il 50% richiede alle aziende di offrire opzioni di moda di seconda mano per essere aiutato ad agire in modo più sostenibile. A tracciare il quadro è Zalando che pubblica il report ‘It Takes Two: How the Industry and Consumers Can Close the Sustainability ‘Attitude-Behavior Gap’ in Fashion’ e lancia il nuovo servizio ‘Second Hand’, per poter acquistare o vendere articoli di seconda mano direttamente sulla piattaforma a partire dal 22 aprile.  

Secondo l’indagine, a livello europeo il bisogno di una moda più sostenibile spicca in particolar modo tra i consumatori più giovani. Più del 90% dei consumatori della Generazione Z (di età compresa tra 18 e 24 anni) afferma che le aziende hanno la responsabilità di proteggere l’ambiente e avere un impatto sociale positivo. Molti di questi consumatori desiderano che le proprie decisioni in materia di moda riflettano i propri valori, inclusi gli acquisti di seconda mano, il riciclo e la riparazione.  

Dal report emerge inoltre che i due terzi dei consumatori di moda, a livello europeo, ritengono che la sostenibilità sia diventata più importante per loro dall’inizio della crisi e una percentuale simile si sentirebbe propensa a ‘boicottare’ un brand che non riesce a fare la sua parte in termini di protezione del pianeta. La trasparenza diventa un valore sempre più rilevante: in media il 60% dei consumatori ritiene, infatti, che la trasparenza da parte dei brand sia importante anche in termini di miglioramenti sul lungo termine. Gli italiani, in particolare, si posizionano ben oltre la media, al 71%, seguiti dai francesi (62%), tedeschi (57%) e svedesi e inglesi (entrambi 55%). 

Tuttavia, pochi hanno abbracciato il concetto di circolarità: solo il 23% ripara i propri vestiti e solo il 25% acquista regolarmente articoli di seconda mano. Si attesta pertanto l’esistenza di un divario tra gli atteggiamenti e i comportamenti, dal momento che molti consumatori fanno fatica a trasformare le proprie priorità di sostenibilità in decisioni di acquisto.  

“Il report ‘It Takes Two’ segna una tappa fondamentale in questa direzione in quanto fornisce dieci raccomandazioni a supporto delle aziende del settore per colmare il divario tra atteggiamento e comportamento. L’industria della moda deve guadagnarsi la fiducia dei consumatori ed essere di esempio per loro attraverso una comunicazione semplice ed efficace, motivando a un cambiamento nei comportamenti”, commenta Riccardo Vola, director of southern Europe di Zalando e aggiunge: “Il nostro ruolo come piattaforma è consentire a noi stessi, ai nostri brand e ai nostri clienti di fare scelte più sostenibili, scalare la circolarità e offrire soluzioni per chiudere il cerchio”. 

A partire dal 22 aprire su Zalando, piattaforma online per la moda e il lifestyle, sarà attivo il servizio ‘Second Hand’ per poter acquistare o vendere articoli di seconda mano, con la comodità offerta dall’azienda in merito a spedizione, opzioni di pagamento e resi gratuiti. Per permettere di gestire i propri acquisti ancora più facilmente, è stata aggiornata anche la lista desideri dello store: i clienti vedranno ora in automatico tutti gli articoli che hanno acquistato su Zalando e potranno caricare i capi acquistati altrove già in loro possesso, per venderli con pochi clic.  

Dopo aver venduto gli articoli, i clienti italiani potranno scegliere se ricevere un buono Zalando del valore corrispondente o se fare una donazione a uno dei due partner coinvolti, Croce Rossa e WeForest. Tutti gli articoli di seconda mano offerti da Zalando verranno sottoposti a un controllo di qualità e catalogati in un assortimento sempre aggiornato disponibile per milioni di clienti. In linea con l’impegno a favore della sostenibilità, Zalando sceglie un packaging senza plastica per tutti gli ordini della categoria Second Hand, utilizzando carta riciclata. 

Permettendo ai clienti di dare nuova vita ai propri articoli di moda direttamente sulla piattaforma, la nuova categoria Second Hand è un importante contributo alla strategia per la sostenibilità do.More di Zalando e contribuisce all’obiettivo di prolungare la vita di 50 milioni di articoli e di eliminare la plastica monouso fino al 2023.
 

 

Dieci raccomandazioni per colmare il divario tra attitudini e comportamenti dei consumatori nella moda sostenibile.  

1. Fare passi avanti in termini di trasparenza e includere i clienti durante il percorso: aumentare la trasparenza condividendo informazioni sulla supply chain con i clienti e / o pubblicando foto degli stabilimenti dei fornitori sul sito web. Cercare di essere trasparenti riguardo agli impatti e ai progressi.  

2. Parlare un linguaggio di sostenibilità che sia comprensibile per tutti: lavorare con gli strumenti Sustainable Apparel Coalition e Higg Index per creare standard di sostenibilità a livello di settore, basati su un linguaggio comune e sfruttando i dati di brand, retailer e fabbriche. Assicurarsi che il linguaggio utilizzato sia facile da capire per i clienti e coerente in tutto il settore. Ulteriori informazioni qui. 

3. Aiutare i clienti ad acquistare in linea con la mission di sostenibilità del brand: identificare e investire nei cambiamenti che avranno il maggiore impatto sull’attività e sui clienti. Dopo aver identificato la propria mission, i brand dovrebbero condividerla con i propri clienti durante l’intero processo di acquisto.  

4. Aiutare i propri clienti ad acquistare bene in termini di qualità, non di quantità: creare consapevolezza su prodotti e scelte più sostenibili e sui vantaggi che questi portano. Quando si comunica ai propri clienti, occorre prendere in considerazione il ciclo di vita del prodotto, in modo che possano comprendere la gamma di opzioni sostenibili disponibili in ogni fase.  

5. Usare dati e tecnologia per correggere scontistiche insostenibili: gestire le scorte in eccesso con efficienza attraverso una migliore pianificazione e capacità operative ottimizzate. Ottimizzare le proprie operazioni con una pianificazione intelligente e sistemi digitali. Investire nel machine learning e intelligenza artificiale per migliorare le previsioni.  

6. Promuovere la conversione su prodotti sostenibili con fattori motivanti come qualità e vestibilità: dal momento che valore, qualità e vestibilità “vincono” come motivatori, occorre usare il merchandising intelligente per posizionare prodotti sostenibili attorno a questi vantaggi, ad esempio, evidenziando i vantaggi di qualità del cotone biologico e comunicare il “costo per usura” per mostrare un buon rapporto qualità-prezzo.  

7. Influenzare in maniera saggia, bilanciando le voci sui social con quelle dei clienti e dipendenti: bilanciare le voci e offrire ai clienti modelli di comportamento credibili mostrando i percorsi verso la sostenibilità di persone affabili. Usare micro-influencer o includere dipendenti e clienti nelle campagne di marketing. Cercare nuove leve che possano aiutare a trasmettere i messaggi.  

8. Integrare la circolarità nell’intero il ciclo di vita del prodotto: migliorare le capacità del proprio team in termini di design circolare, combattere la sfida dell’eccesso di scorte e testare nuovi modelli di business come la rivendita o il noleggio. Ulteriori informazioni sull’industria della moda moda circolare qui. 

9. Investire nell’usato: combattere lo stigma dell’usato mostrando insieme nuovo e usato. Aiutare i clienti a vedere l’usato come nuovo.  

10. Aiutare i clienti a prendersi cura e riparare i propri capi: rimanere in contatto con i clienti fornendo assistenza post-acquisto. Fornire istruzioni per la cura, ad esempio come lavare o conservare gli indumenti per assicurarne la durata. Questo aiuterà i clienti a prendersi cura dei propri vestiti e a promuovere il coinvolgimento e la lealtà.