A vendere l’azienda di famiglia, Antonio De Matteis, non pensa neanche lontanamente. “Assolutamente no” taglia corto il ceo di Kiton, interpellato dall’Adnkronos, ammettendo però che “ogni tanto offerte di acquisizione arrivano”. Con 5 siti produttivi in Italia (quello di Napoli il quartier generale) 60 boutique monomarca nel mondo e 850 dipendenti, il brand sartoriale partenopeo fondato nel 1968 da Ciro Paone ad Arzano, è in crescita costante, e continua a consolidare il proprio business nonostante le flessioni causate dalla pandemia.
“Il 2021 sarà un anno di equilibrio – spiega De Matteis, terza generazione della famiglia – vediamo come andrà la situazione nel mondo. In Europa ci sono parecchi lockdown ma sembra che gli Usa stiano ripartendo. E’ difficile fare previsioni ma speriamo di fare meglio dell’anno scorso”.
Il brand ha archiviato il 2020 con un notevole traino dall’estero, grazie soprattutto al rimbalzo in Cina. “Subito dopo il lockdown in Cina siamo cresciuti del 30% rispetto al 2019 – sottolinea De Matteis – abbiamo avuto un grosso rimbalzo con un’ottima performance”. Anche i Paesi ex Urss hanno tenuto “molto bene” mentre ad accusare il colpo sono state le grandi città. “Parliamo delle capitali mondiali come Milano, Parigi e New York – osserva il ceo di Kiton – sono le piazze che hanno sofferto di più e che ancora soffrono”.
Sul fronte della domanda, se è vero che l’abbigliamento maschile di lusso ha registrato una battuta d’arresto, “c’è stata maggiore richiesta di abbigliamento più rilassato – fa notare De Matteis -. Lo sportswear in questo momento funziona meglio del formale e noi siamo anni che ci lavoriamo, questo è stato l’anno che ha consacrato tutti gli sforzi fatti in precedenza. Abbiamo registrato una grossa crescita nel settore leisure con la parte formale che ha sofferto di più anche se la giacca ha retto comunque”.
Forte di un’anima creativa solida (“per noi è un aspetto molto importante – rimarca De Matteis – bisogna stimolare i clienti con nuove idee e volumi”), Kiton è sempre stata un’azienda all’avanguardia sulla tecnologia e sulla produzione dei tessuti: “Abbiamo sempre fatto una grandissima ricerca in questo senso ed è quello che ci ha premiato anche in questo anno difficile” sottolinea il ceo di Kiton, annunciando di voler ampliare il business puntando soprattutto su nuove aperture e relocation.
“In Cina stiamo aprendo due nuovi negozi mentre in Corea, a Seul, abbiamo aperto da poco un pop up store con il progetto Knt – afferma -. Inoltre, abbiamo in programma delle relocation in Europa. A Milano, ad esempio, a settembre da via Gesù ci sposteremo in via Sant’Andrea, mentre a Roma restiamo in via del Babuino ma in una nuova location di 200 metri quadrati, su due livelli con le collezioni uomo e donna. All’orizzonte abbiamo anche aperture nuove, la pandemia ha aperto scenari e possibilità diverse”.
Una spinta per la crescita potrebbe arrivare anche dall’e-commerce, inaugurato quest’anno: “Sicuramente è un’opzione per il futuro sulla quale vogliamo scommettere – spiega De Matteis – già siamo presenti online con alcuni clienti wholesale e siamo molto fiduciosi che il nostro e-commerce possa crescere molto”.
Tutti progetti che rendono orgoglioso Ciro Paone, fondatore del brand e sarto dalle mille intuizioni, che in passato ha cucito abiti per Gianni Agnelli e per i duchi di Windsor: “Mio zio sta molto bene fortunatamente – dice De Matteis – è a casa, si è vaccinato e adesso siamo più tranquilli. Per noi è stato un grande maestro, ha fatto un ottimo lavoro tramandandoci insegnamenti e valori. Oggi a condurre l’azienda in piena armonia siamo tre nipoti e due figlie, tutti focalizzati tutti nella stessa direzione, ossia nella ricerca della qualità massima dell’azienda. Ciro ci ha trasmesso tutto, gli dobbiamo tutto, è un grande”.