“L’approccio del mix di vaccini” anti coronavirus fra prima e seconda dose “è stato adottato con successo in passato ed è ben noto che mixare i vaccini spesso ha come esito una migliore risposta immune. Ma” riguardo ai vaccini Covid “abbiamo evidenze limitate, anche se alcuni studi preliminari hanno mostrato che la risposta immunitaria sembra essere soddisfacente e non stanno emergendo particolari problemi da un punto di vista di sicurezza. Quindi potrebbe essere una strategia da adottare ma certamente le evidenze sono limitate ed è importante che raccogliamo più informazioni e monitoriamo attentamente”. Lo ha precisato Marco Cavaleri, responsabile Vaccini e Prodotti terapeutici per Covid-19 dell’Agenzia europea del farmaco Ema, oggi durante il periodico briefing con la stampa.
“Dal punto di vista di Ema non è facile al momento uscire fuori con una raccomandazione clinica anche perché non è chiaro se” le aziende che hanno vaccini autorizzati “sono interessate a presentare qualche richiesta di cambiamento nelle informazioni di prodotto”, ha aggiunto.
Su AstraZeneca e Johnson & Johnson “è degli Stati Ue la decisione su come vogliono usare i vaccini nel contesto della loro campagna vaccinale. Entrambi i vaccini a vettore adenovirale sono approvati e hanno un rapporto rischio beneficio positivo da 18 anni in su ed è una decisione degli Stati scegliere se lo vogliono usare solo in alcune popolazioni” se optare per il mix con un vaccino a mRna per il richiamo “o no, sulla base dei vaccini che hanno disponibili, del contesto pandemico e della circolazione virale, e di ogni altro aspetto”, ha spiegato ancora Cavaleri. “Siamo ancora in pandemia – ha aggiunto – ed è importante usare tutte le opzioni disponibili”.