Prepariamoci a rompere le uova di cioccolata ‘in intimità’. Dunque, come è logico che sia, per il momento si va avanti con il blocco totale, almeno fino al 19 aprile e, semmai vi fosse l’opportunità di ‘allentare’ un poco, a deciderlo sarà il comitato scientifico, in base alla situazione generale.
Quel che è certo è che, in ordine di tempo, strano i cinema, i teatri ed i luoghi di grande aggregazione a tornare in attività.
“Se dovesse servire altro lo faremo e i Comuni lo sanno. Non ci sono gare, non c’è burocrazia e non c’è da attendere perché ovviamente siamo dentro una trasformazione epocale anche nei rapporti tra i livelli istituzionali, quindi ci vuole tanta pazienza e buon senso. Ci siamo e rispondiamo in tempo reale in qualsiasi momento”.
Così Francesco Boccia, ai microfoni di SkyTg24, spiegando che “Le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate. I tempi li deciderà, come è sempre accaduto, il Consiglio dei ministri sulla base di un’istruttoria che fa la comunità scientifica. Penso che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile”.
Il ministro delle Regioni ha poi aggiunto, ”Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta. Voglio dirlo a chi dice di aver fretta, prima mettiamo in sicurezza la sanità e le terapie intensive triplicandole, poi lentamente, ripartendo da alcune attività produttive, riaccendiamo un interruttore per volta. Poi toccherà anche alla popolazione e non escludo che gli scaglioni anagrafici possano essere un metodo”.
Max