Ancora una volta lItalia si trova a dover combattere con una certa, spiacevole tendenza alla solitudine quando si tratta del tema della migrazione e, più in generale, degli spostamenti umani nei territori europei. Nello specifico, lultimo esempio di questo trend è quello legato alla missione Sophia, che è una missione a guida italiana, il cui obiettivo e porre un contrasto serio e fattivo in merito al traffico di uomini nel mediterraneo.
Una operazione che è stata poi estesa anche verso lazione del governo libico, che tramite la propria marina è indirizzata allembargo sull’esportazione di armi indicata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu e a dare informazioni per ridurre il contrabbando di petrolio.
Ad oggi, lInternazionale per le Migrazioni, indica alcuni dati per i quali la Spagna rappresenta il Paese Ue che dall’inizio del 2018 ha visto arrivare sul suo territorio più migranti. Quando si tratta però di porre rimedio ai movimenti succede, come ha dichiarato la la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, al termine della riunione Difesa Ue, che alcune iniziative come la missione Sophia siano riconosciute da tutti ma “ho trovato alcune porte aperte e alcune porte chiuse.
“Sono venuta a Vienna con uno spirito molto propositivo che è stato apprezzato dagli altri Paesi. Ho fatto una proposta principale: creare un meccanismo di coordinamento per la scelta del porto di sbarco. Una unità di coordinamento – ha detto la ministra – fatta da persone di vari Paesi che decidono a rotazione quale possa essere il porto di sbarco”.
E ancora, con fermezza: “Oggi mi sento delusa: ho visto che l’Europa non c’è. O comunque non è così presente. Tutti hanno detto che condividono la necessità di rivedere le regole di Sophia ma queste regole devono essere riviste alla scadenza, cioè tra tre mesi. Ma cosa cambia tra tre mesi. Noi dovremmo rivedere le regole già oggi ma non tutti hanno compreso questo discorso”. “Non è più possibile – ha sottolineato Trenta – che l’Italia sia l’unico porto di sbarco e che si faccia carico di tutti i migranti”.