Dietro le tendenze giovanili, il linguaggio dellarte, della musica e della moda, cè il tentativo di mostrare se stessi al mondo, svelando la loro cultura nascosta e conosciuta spesso solo da precetti appartenenti alla loro religione. Il loro blog ufficiale si apre con una citazione del poeta e mistico persiano Gialal al-Din RumiAl di là dell Islam cè miscredenza, vi è una pianura desertica. Per noi, c’è un ’desiderio’ in mezzo a quella distesa. Il conoscitore di Dio che raggiunge quella pianura si prostra in preghiera, perché non c’è né l’islam né incredulità, né alcun ’dove’ in quel luogo , sulla base di questi versi affermano che lidentità islamica è solo il punto di partenza del progetto. Chiunque può farne parte, non esiste nessun processo di accettazione, nessun bisogno di dimostrare, puoi essere un Mipster che tu sia un hipster, un musulmano o nessuno dei due, puoi sentirti parte della community solo per il fatto di volerlo. Sono aperti al 125%, come riportano sulla loro pagina Facebook, loro non mirano alla formazione di un organizzazione o di un gruppo, lo ritengono stupido in quanto le persone hanno identità talmente complesse che risulta inutile cercare di catalogarle, sono esseri senza limiti , liberi da etichette convenzionali. Stanchi della visione classica, marginale e dei rifiuti, musulmani di tutto il mondo si uniscono tramite una pagina Facebook e danno vita ad un nuovo processo innovativo, trasmettono le loro idee attraverso le arti, il colore e le nuove tecnologie ridisegnando in chiave moderna la cultura islamica.Creano un gruppo su Google , un sito, pagine Facebook, video su YouTube, tra cui il più famoso, Somewhere in America realizzato da Abbas Rattani e Habib Yazdi su una canzone di Jay-Z. L esplosione in rete del fenomeno è stata amplificata anche dalla piattaforma di blogging e social networking , Tumblr, in cui i seguaci pubblicano piccoli testi arricchiti da contenuti multimediali, puntando molto sulla grafica e le arti visive, un linguaggio giovane e al passo con i tempi. Lo Stile Mipster che sembra ricordare il movimento Fluxus degli anni 60, anni di fermento e voglia di cambiamento, che attraverso l’espressione artistica soprattutto attraverso la musica, la danza, la poesia, il teatro e la performance esprime idee antidogmatiche che mirano alla libertà e al progresso.