CRONACA

Militare suicida a Torino, tracce di uranio nel midollo

Luigi Sorrentino aveva tracce di uranio nel midollo. Il militare suicidatosi all’età di 40 anni, caporalmaggiore dell’esercito italiano, dopo aver contratto la leucemia aveva sempre asserito di essere stato esposto all’uranio impoverito nel corso della sua carriera, in particolare durante le missioni all’estero in Kosovo e Afghanistan: è stata quindi confermata questa ipotesi, che fu sostenuta a più riprese anche dalla famiglia Sorrentino.

Militare suicida a Torino, ultime novità sul caso

L’osservatorio militare ha quindi dato conferma di quanto lo stesso Sorrentino ha sempre sostenuto: le analisi parlano chiaro, riportando tracce di U238 nel midollo del caporalmaggiore, morto il 234 ottobre dello scorso anno dopo essersi impiccato nel suo appartamento in via Rosta a Torino

Aggiornamento ore 8.00

È stato il professor Claudio Medana, del dipartimento di bio tecnologie molecolari e scienze della salute dell’ateneo torinese, a confermare quanto il militare Sorrentino ha sempre sostenuto, ovvero che la sua leucemia potesse essere riconducibile all’esposizione all’uranio.

Le tracce sono state riscontrate grazie all’analisi con Ms spettometria di massa, e questo apre ufficialmente la disputa con l’amministrazione militare. Ciò che Sorrentino sosteneva era stato sottovalutato o ignorato: dall’osservatorio al caporalmaggiore era stato “negato tutto”, qualcosa che potrebbe averlo spinto ad uno stato depressivo, fino al suicidio.

Aggiornamento ore 10.00

“Una svolta storica del caso uranio” che “sgombra il campo da ogni dubbio sia sull’esposizione che sulla nocività di questo materiale”. Così l’Osservatorio ha commentato i risultati delle analisi sul campione midollare di Luigi Sorrentino, il militare morto suicida dopo aver contratto la leucemia. “Ulteriori esiti di altre ricerche daranno ulteriori prove del perché tra i militari italiani si sono già registrati 366 morti e 7500 malati”, ha aggiunto l’Osservatorio. Il caso Sorrentino, che era ricorso al Tar piemontese per la causa di servizio per i danni sofferti in seguito alla sua malattia, e al rifiuto del servizio nell’esercito, rischia di diventare un precedente importante in questo senso.

Aggiornamento ore 12.00