Una risposta a chi lo additava di non essere decisivo nelle partite che contano: suola sul pallone, difensore a sedere e Padelli battuto. Sulla vittoria della Lazio sull’Inter c’è la firma di Milinkovic-Savic scritta in stampatello, perché il gigante serbo ha fatto tutto. Ha segnato, illuminato, si è divertito, come quando con due sombreri ha saltato prima Eriksen poi Barella.
Un gigante con le scarpette da danza, perché Sergej è forza e classe. Domina sul piano fisico ma poi delizia con la sua tecnica. Come in occasione del gol, nessuna botta secca dentro l’aria di rigore, ma un movimento sinuoso del pallone che ha permesso di liberarlo al tiro battendo Padelli e portando la Lazio in vantaggio, poi difeso fino al novantesimo.
La Lazio ora vola: ha superato l’Inter nella lotta scudetto, è ad un punto dalla vetta. Ora si può dire senza paura di essere tacciati per sognatori romantici: la Lazio è l’anti-Juve. Lo dice il campo, lo conferma la classifica. Soprattutto è palese nelle intenzioni: “Siamo una famiglia”, ha ribadito Milinkovic-Savic al termine della gara ai microfoni di Sky Sport.
Il gigante serbo dribbla ancora la parola scudetto, ma in realtà ci crede, è inevitabile. “Non c’è solo la mia firma, c’è quella di tutta la squadra. Siamo una famiglia, speriamo di continuare su questa strada. L’Inter non ha giocato meglio il primo tempo ma ha segnato, poi ci siamo parlati negli spogliatoi e ci siamo detti che doveva essere la nostra partita e siamo scesi in campo con l’atteggiamento giusto. Noi non abbiamo l’obbligo scudetto, è la Champions: poi se rimaniamo lì ci proviamo. La Juve? Deve sapere che siamo lì: non mollerà neanche l’Inter”, ha ribadito Milinkovic-Savic.