MILEY CYRUS CON UN DISCO A SORPRESA STUPISCE AI VMA


L’attributo di scandalosa non racchiude appieno quello che ha simboleggiato la performance da presentatrice, attrice e cantante di Miley Cyrus agli MTV VMA 2015. Sul palco del Microsoft Theater a Los Angeles l’artista si è mostrata un’eccezione del pop odierno ma anche il frutto dell’evoluzione liberale della società americana, e contemporaneamente ha lanciato una volta per tutte la sua carriera post-disneyana, esibendosi sul finale con il complesso indie dei Flaming Lips vestiti da orsetti e un corpo di ballerine drag queen nella nuova canzone ’Dooo It!’ dall’album ’Miley Cyrus and Her Dead Petz’. Il disco, distribuito da ieri gratuitamente online sul sito della cantante, rappresenta una novità non tanto nel lancio a sorpresa (nel 2013 Beyoncé diffuse questa moda) quanto nella piena dichiarazione di libertà artistica e umana che esprime. Al termine di un percorso che in meno di un decennio l’ha portata dalla rassicurante preadolescente Hannah Montana alla nudista e pacifista sostenitrice di cannabis e libertà sessuale impegnata con la sua Happy Hippie Foundation nel sostegno di giovani senzatetto e LGBT in difficoltà, Miley è divenuta simbolo di una liberazione dalle categorie precostituite culturali ma anche musicali: basti pensare che gran parte delle 23 nuove tracce è coprodotta da rappresentanti storici del rock alternativo come i Flaming Lips. Un po’ acustico e un po’ elettronico, un po’ rock e un po’ pop, completamente psichedelico, l’album è di fatto il nuovo passo di una collaborazione partita l’anno scorso nel’omaggio beatlesiano di Wayne Coyne e soci intitolato ’With a Little Help from my Fwends’. Se le nuove tracce mostrano un netto salto dallo stile urban pop di ’Bangerz’ nonché una scelta in controtendenza rispetto alle colleghe sempre in cerca del suono del momento, i temi di liberazione personale erano già forti nel disco del 2013. Quel periodo, fra testi espliciti e prime forme di atti liberatori come il celebre twerking, era stato giudicato da alcuni come una fase di rivolta giovanile, ma ora l’equivoco è risolto direttamente dall’artista: “Questa musica non va intesa come una ribellione, ma come un dono”, ha detto Miley al New York Times spiegando fra l’altro che il nuovo disco è stato completamente autoprodotto al costo di 50mila dollari senza sostegno diretto dell’etichetta RCA. La Miley di oggi canta con innocenza e divertimento dei suoi animali domestici – come da titolo dell’album – e di esperienze omosessuali, di marijuana e di viaggi spaziali, e lo fa con un completo e maturo controllo artistico: da una parte torna a collaborare nei pezzi più pop (’I Forgive Yiew’ e ’Lighter’) con Mike Will Made It, già produttore di ’We Can’t Stop’, dall’altra ricorre all’hip hop di Big Sean per una traccia progressive (’Tangerine’) o all’indie sperimentale di Ariel Pink per una ballata ipnotica (’Tiger Dreams’). In tutto questo la sfilata di vestiti bizzarri e sensuali sfoggiati nello show di ieri passa quasi in secondo piano: come per i contenuti della sua musica così nel mostrarsi seminuda, Miley non vuole scandalizzare i genitori, ma dialogare alla pari con i giovani in cerca di identità. Del resto, quando nel talk show di Jimmy Kimmel le è stato chiesto cosa pensasse il padre Billy Ray Cyrus del suo nudismo, la popstar ha risposto senza esitazione: “Lui preferisce che sia una brava persona anche se ho le tette al vento, piuttosto che una stronza con la maglietta addosso”.