Un gesto di amore concreto per la città di Milano e unazione che suona come un esempio significativo per i cittadini. Parliamo della recente adozione da parte dei profughi del centro daccoglienza di via Corelli 28, che hanno deciso di adottare una guglia del Duomo di Milano. Molti hanno aderito con piccolissime donazioni di 10, 20 o 30 centesimi di euro, per pulire e restaurare il monumento più importante e famoso della città. Un monumento che li ha accolti e ospitati per mesi o forse anni: la guglia adottata dai profughi sarà accanto a quelle sponsorizzate da mecenati e famiglie ricche della città, imprenditori e istituzioni storiche milanesi, con tanto di dedica sulla targa dottone. Un gesto che arriva in un momento significativo, che è stato già travolto da molte polemiche: lo sgombero del Centro daccoglienza straordinario disposto dal ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha deciso di trasformare il Cas in un centro di espulsione come il vecchio Cie, chiuso tre anni fa per le proteste e i maltrattamenti che vi avvenivano. I 300 richiedenti asilo entro la metà di novembre saranno trasferiti in altri centri di tutta la Lombardia, mentre 80 lavoratori delle cooperative impegnate nellaccoglienza resteranno disoccupati. Ma i profughi vogliono lasciare un segno nella struttura, dando anche una testimonianza concreta di come loro hanno vissuto la permanenza a Milano, come ha spiegato la loro insegnante di lingua italiana Teresa Bettarello, dipendente della cooperativa Aquarinto, che recentemente li aveva portati in visita al Duomo. Ora i nomi dei migranti africani saranno, come quelli di tanti altri milanesi (nativi o dadozione), nel Libro dei Donatori per aver adottato lei, la guglia numero G-103, non a caso Santa Francesca Cabrini, protettrice degli emigrati, con i ringraziamenti della Veneranda Fabbrica a tutti “Gli ospiti del Centro di Accoglienza di via Corelli 28”.
“Certo, avrà di che stare allerta, da lassù, Francesca, senza sapere dove verranno spostati i circa 300 ospiti del Corelli. Nessuna polemica circa la decisione del ministro Salvini – si legge in un comunicato -. Milano potrà assorbire circa 50 persone del Corelli mentre ad almeno il triplo, cioè circa 150, occorrerebbe assicurare una permanenza in città per non sprecare e vanificare quanto fatto fino ad oggi, da cittadini italiani che hanno investito tempo e soldi per corsi di formazione professionale, corsi di italiano, scolarizzazione media e anche superiore. Cè chi si è già diplomato, chi ha frequentato uno o più corsi, riuscendo a ottenere impieghi regolari. Sono persone che si sono date da fare e si sono integrate nel tessuto sociale della città affrontando nuovi stili di vita e una nuova cultura. Facciamolo per quel che i cittadini italiani hanno investito, facciamo in modo restino in città e inizino a fruttare”.