Milano, premiata la ricerca per la cura contro la ‘sindrome farfalla

In Italia si parla sempre di fuga di cervelli e di mancanza di fondi per la ricerca. Ma negli ultimi tempi le eccellenze italiane, con la cooperazione di enti internazionale, si stanno riprendendo il palcoscenico. L’ultima scoperta in campo medico stavolta riguarda la scoperta di una cura miracolosa attraverso il trapianto di pelle. Per primo ci sono stati gli studi preliminari, poi la pratica e alla fine le strabilianti scoperte. Un percorso – in questo senso unico nel suo genere – che ha condotto gli scienziati Michele De Luca, Graziella Pellegrini e Tobias Hirsch ad aggiudicarsi la somma di un milione di euro, ovvero quanto è previsto dal Premio Internazionale “Lombardia è Ricerca”, distribuito stamane dalla Regione all’equipè di ricercatori per la cura dell’epidermolisi bollosa, meglio nota dai più come la ’sindrome dei bambini farfalla’. L’ingente quantità di denaro, sotto forma di assegno, è stato consegnato nel corso della “Giornata della Ricerca”, dedicata al ricordo di Umberto Veronesi, tenutosi giovedì al Teatro La Scala di Milano. La ricerca del team di esperti, selezionato tra oltre 130 studi, ha ottenuto voto unanime da una giuria di 15 scienziati giunti a Milano da tutto il mondo. Per quanto riguarda la storia che ha portato il team scientifico a vincere, dodici anni fa Pellegrini e De Luca videro che era possibile adoperare una terapia genica ex-vivo con il trapianto di pezzi di pelle autologa ricavate da colture di cellule staminali epidermiche geneticamente modificate. In un secondo momento, il chirurgo Tobias Hirsch ha eseguito brillantemente e con successo l’operazione su Hassan, un bambino rifugiato siriano ospite in Germania, che ora sembra essere guarito completamente. “Premiamo una scoperta di rilevanza mondiale – si è congratulato il vicepresidente regionale Fabrizio Sala – la Giuria ha stabilito che il 70% del premio sia dedicato a sviluppare attività sul territorio in collaborazione con il sistema di ricerca lombardo”. Alla premiazione di “Lombardia è Ricerca” hanno preso parte, tra gli altri, anche nomi prestigiosi nel campo della ricerca e della scienza come l’astronauta Paolo Nespoli, Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Veronesi, Dov Moran, inventore della chiavetta Usb, ma anche personaggi dello spettacolo come Giacomo Poretti del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. A soli due anni dalla dipartita del prof. Umberto Veronesi e nella giornata dedicata alla sua memoria, il figlio Paolo lo ha voluto menzionare il padre dal palco del Piermarini: “Per mio padre la scienza aveva un valore civile. Era un ricercatore mai pago dei risultati raggiunti, sempre pronto a rimettere tutto in discussione. La ricerca, per lui, aveva come fine il benessere dell’uomo”. Oggi – ha proseguito il presidente della Fondazione – ci sono tanti giovani scienziati preparati e determinati che hanno diritto di lavorare con dignità nel nostro Paese” in cui “le risorse pubbliche per la ricerca sono sempre un pò carenti”.