(Adnkronos) – Sono in migliaia, diecimila per gli organizzatori, cinquemila per la questura, i partecipanti al corteo in corso a Milano, organizzato per manifestare dissenso dopo l’uccisione dei nove maiali del rifugio Cuori Liberi di Sairano, in provincia di Pavia, lo scorso 20 settembre. Numerosi i pullman arrivati da tutta Italia, ma anche da Francia, Germania, Belgio e Svizzera. L’appuntamento è stato fissato davanti al palazzo della Regione Lombardia, istituzione che ha ordinato l’uccisione dei maiali del rifugio venuti a contatto con il virus della peste suina africana. E al grido di ‘Giù le mani dai santuari’, il corteo sta attraversando la città, diretto a piazza San Babila, dove dovrebbe concludersi.
“La Regione Lombardia sembra intenzionata a dichiarare guerra ai rifugi -spiega la coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi in Italia, Sara d’Angelo-: l’irruzione coatta delle forze dell’ordine a Sairano e la sorveglianza speciale a cui sono stati sottoposti alcuni rifugi della rete, rappresenta una minaccia per l’esistenza stessa di tutte quelle strutture che oggi, in Italia, rappresentano l’unica alternativa di convivenza non violenta fra l’uomo e gli altri animali considerati “da reddito”. Ma noi non abbiamo paura e non ci fermeremo fino a quando non otterremo protocolli differenti per gli animali dei rifugi e la strage dei maiali avvenuta al rifugio Cuori liberi sarà solo un brutto incubo”.
“Come rifugi -aggiunge- ci siamo resi da subito disponibili a collaborare con le autorità per implementare le misure di biosicurezza e curare i suini affetti dalla peste suina”. Anche perché “l’uccisione di massa non può e non deve essere l’unico provvedimento possibile. La peste suina non è un’emergenza sanitaria, ma un’emergenza economica che tutela gli interessi di pochi enormi allevamenti intensivi che ad oggi risultano insostenibili sia da un punto di vista etico che economico”. E poi, conclude D’Angelo, “sempre più veterinari stanno prendendo posizione, oltre al fatto che anche dal punto di vista legale c’è un’apertura: il Tar accoglierà il nostro ricorso per motivi aggiunti e fisserà l’udienza di merito”. Il che significa che “possiamo ancora avere giustizia per i maiali che sono stati uccisi e per gli abusi ed irregolarità che riteniamo siano state commesse dalle istituzioni”.