6 anni e 4 mesi di reclusione è la pena inflitta a don Mauro Galli, lex parroco di Rozzano, nel Milanese, finito a processo con laccusa di aver abusato sessualmente nel dicembre del 2011 di un ragazzino che allepoca aveva 15 anni. Il pm Lucia Minutella aveva chiesto una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione. Davanti ai giudici il prete aveva ammesso, in aula, di avere dormito nel letto matrimoniale della camera del giovane la sera del 19 dicembre 2011, nonostante ci fossero altri letti a disposizione, negando però di avere compiuto la violenza.?Fuori dal processo, lex parroco aveva versato 100 mila euro di risarcimento ai familiari del ragazzo, che non si sono costituiti parte civile. “Le sofferenze del ragazzo e dei suoi familiari – ha sottolineato prima della sentenza il pm – non possono essere ripagate da un pagamento in denaro, al di là dellimporto”. Anzi, secondo il pm, vi è “una discrasia evidente nella difesa dellimputato data dallavere risarcito un danno che si ritiene di non avere cagionato”.
Nel processo è stato acquisito anche il verbale di sommarie informazioni testimoniali rese, nellottobre 2014, dallattuale arcivescovo di Milano, Mario Delpini, al momento dei fatti vicario episcopale della zona pastorale numero 6, il quale ha spiegato che, dopo avere appreso da un altro sacerdote che il ragazzo “aveva segnalato abusi sessuali compiuti da Don Mauro”, decise di trasferirlo “ad altro incarico, disponendo il suo trasferimento nella parrocchia di Legnano”.?LArcidiocesi di Milano “prende atto della conclusione del procedimento giudiziario di primo grado a carico di don Mauro Galli”. Così si legge nella nota firmata da don Walter Magni, responsabile dellUfficio Comunicazione e portavoce dellarcivescovo Delpini. “Esprimiamo vicinanza al ragazzo coinvolto, alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno ingiustamente sofferto. Mentre la giustizia penale fa il suo corso”, si chiude la nota, “lArcidiocesi resta in attesa dellesito del processo canonico a carico di don Mauro Galli, affidato alla responsabilità del Tribunale Ecclesiastico”.