Il tricolore campeggia nella camera ardente attraverso l’omaggio floreale delle istituzioni:corone di fiori, gigli rossi e rose bianche, inviate da presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti del Senato e della Camera. E non bastano quei4 quaderni posti alluscita dove, migliaia di persone lasciano i loro messaggi per limpegno profuso da questo grande scienziato nellarco di una vita, interamente dedicata alla battaglia contro il cancro. Una lunghissima coda davanti a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, spiega lenorme affetto e gratitudine di quanti hanno rendere omaggio all’oncologo Umberto Veronesi, morto l’8 novembre alla soglia dei 91 anni. La camera ardente è aperta dalle 11 alle 22.30, in attesa della cerimonia di commemorazione civile di domani alle 11. Giuseppe Sala, sindaco di Milano, fa gli onori di casa e spiega come “E’ difficile spiegare quello che si prova quando si è malati, quando ti succede è un mondo diverso. Io credo nella medicina, a volte vedo anche medici che invitano a cure alternative, e invece bisogna fidarsi della medicina. Però,l’umanità di chi ti cura diventa fondamentalee in questoUmberto Veronesi era certamente un maestroanche per quello che è riuscito a fare allo Ieo”, l’Istituto europeo di oncologia che ha fondato nel capoluogo lombardo. Dopo la diagnosi di cancro, racconta il primo cittadino, “mi ha rassicurato, perché alla fine una persona malata ha bisogno di essere rassicurata dalla medicina. Io ho contato su me stesso, però mi sentivo protetto. Lui in questo era veramente molto bravo. Di quei momenti mi ricordo il fatto che lui mi disse’questo è il mio numero di telefono, quando hai bisogno chiamami’. Io ero una persona qualunque, non che ora non lo sia – precisa Sala – Alla fineè questo che fa la differenza, perché quando si è malati ci sono momenti di tranquillità e momenti di paura, e poter contare sulle parole al di là delle cure è molto importante”. Presente anche Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, “Veronesi è stato tante cose. Un grande uomo, innanzitutto, uno scienziato straordinario e uno straordinario ministro della Sanità. Io l’ho conosciuto, è una persona con cui mi sono molto confrontata, una persona di una grandissima umanità e venire qui per me era naturale per rendere omaggio come ministro della Salute a un grande scienziato, per tutte le cose che lui ha cominciato e che dobbiamo portare avanti. Penso – ha poi aggiunto – allagrande battaglia per la prevenzione e per la ricerca scientifica, al pensiero che lui ha sempre avutoper le donne, per l’umanizzazione delle cure, per sconfiggere il cancro. Queste cosefanno parte della mia quotidianità come ministro, ma devono essere nella quotidianità di tuttigli italiani e le italiane. Per questo e per tanti altri motivi, anche per dare un abbraccio a una straordinaria famiglia, sono venuta qui. Veronesi – ha concluso Lorenzin – ha avuto le sue idee e le ha sempre tutte portate avanti con la fierezza che lo ha contraddistinto. Poi su alcune cose ci si poteva trovare d’accordo o meno, ma sicuramente c’è sempre stata una massima sintonia sulprimato della scienza, del metodo scientificoe sulla necessità di dare speranza e umanità alla professione medica e alle cure e ai pazienti. Questo è un suolascito incredibile”. Poi è sempre stato “un grande lottatore. In questi ultimi tempi si è battuto per gli stili di vita corretti, per la lotta al fumo, per una corretta e sana alimentazione, per educare i giovani al rispetto del proprio corpo”. Ma oltre che a quelle istituzionali, sono le voci dei cosiddetti cittadini comuni a rendere omaggio alla grande affidabilità e cortesia del medico scomparso, raccontando la loro esperienza contro il male. E sono decine, centinaia, migliaia