“Ho appreso da fonti giornalistiche di essere iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla ’Piastra Expo’. Non ho al momento ricevuto alcuna comunicazione ufficiale; ritengo che l’attuale situazione determini per me un ostacolo temporaneo a svolgere le funzioni e pertanto, ai sensi dell’art. 53 comma 2 del dlgs 267/2000 e dell’art 42 dello Statuto del Comune e dell’art 21 dello Statuto della Città metropolitana, sarò sostituito nell’esercizio di dette funzioni dalle vice sindaco Anna Scavuzzo e Arianna Censi”. E quanto scritto e firmato dal sindaco del capoluogo lombardo Giuseppe Sala, nella lettera indirizzata al Consiglio comunale e alle due vice sindaco. “La mia assenza – sottolinea Sala – è motivata dalla personale necessità di conoscere, innanzitutto, le vicende e i fatti contestati. pertanto, fino al momento in cui mi sarà chiarito il quadro accusatorio, ritengo di non potere esercitare i miei compiti istituzionali”. Dunque, al momento, il primo cittadino di Milano ha scelto di non riferire nellambito di una conferenza stampa le sue decisioni, ma avrebbe agito dufficio dopo aver incontrato il prefetto di Milano Alessandro Marangoni. Le ipotesi mosse dall’accusa a carico del sindaco di Milano sarebbero di concorso in falso ideologico e falso materiale. L’iscrizione del nome di Sala nel registro degli indagati sarebbe scaturita dopo l’avocazione, da parte della Procura generale di Milano, del fascicolo che la procura milanese intendeva chiudere con un’archiviazione. Un mossa che il gup Andrea Ghinetti ha respinto consegnando i faldoni di indagine al sostituto pg Felice Isnardi. Inizialmente, l’elenco degli indagati dell’indagine che sembrava destinata a terminare con un nulla di fatto contava cinque persone: Piergiorgio Baita, Antonio Acerbo, Ottaviano ed Erasmo Cinque e Angelo Paris. A questi, oggi, si aggiungono anche le iscrizioni fatte dalla Procura generale. Il sostituto pg ha motivato la richiesta di nuove indagini sottolineando “la complessità della vicenda processuale, tenuto conto del fatto che si è dovuto procedere a nuove iscrizioni, conferire nuove deleghe di indagini, eseguire interrogatori di indagati e audizioni di persone informate sui fatti”. Il nome di Giuseppe Sala, quale indagato “ai sensi dell’articolo 476 e 479 del codice penale”, cioè falso ideologico e falso materiale “commesso in Milano il 30 maggio 2012” si legge nella richiesta di proroga delle indagini di 6 mesi avanzata dal sostituto procuratore generale Felice Isnardi al gip di Milano, dopo che lo stesso magistrato aveva avocato a sé l’inchiesta che la Procura milanese chiedeva fosse archiviata. “Apprendo da fonti giornalistiche – aveva scritto Sala ieri sera in una nota, annunciando l’intenzione di autosospendersi – che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla Piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di Sindaco, determinazione che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano”. Sala conclude la missiva annunciando che la prossima settimana si presenterà in consiglio a Palazzo Marino.