Ognuno ha il suo. In Napoli ha (attualmente) Insigne. La Juventus (tra gli altri) ovviamente CR7. La Roma di gode Dzeko, e la rivale storica, lInter, invece il capitano Icardi. Il Milan di Gattuso invece ha di recente trovato se non proprio un leader, un joll da potersi giocare sul piatto dei match complicati e da portare a casa. E questa arma, a differenza di quanto si possa facilmente pensare, non è soltanto Higuain, Ma Jack Bonaventura. Perché, daccordo, così come Suso anche il fuoriclasse argentino ex Napoli e Juventus Gonzalo Higuain è senza alcun dubbio il trascinatore in attacco di un Milan che ha ancora trovato diverse difficoltà a schiacciare il pedale della continuità: gol e leadership sono evidenti per parlare del peso specifico del centravanti ex Real. Ma accanto a lui è giusto anche citare Giacomo Bonaventura. Il Milan, che ha vinto agilmente con il Chievo proprio con due gol del Pipita e uno di Bonaventura, sta godendo di un periodo di maggior relax e di risultati con le due vittorie di seguito (Sassuolo e Chievo, appunto), e arriva alla sosta con maggiori convinzioni e sicurezze. Una di queste è per lappunto lex centrocampista della Atalanta che ha toccato ben 150 matches in maglia rossonera proprio contro il Chievo di Verona, e il gol numero 31 con il Milan. Numeri importanti per un giocatore che spesso è sottovalutato e che, però, specialmente in area realizzativa, dimostra crescite costanti per un centrocampista, con una gol ogni cinque sfide.
Cè chi infatti ritiene Bonaventura una seconda punta o un esterno dattacco, in considerazione dei movimenti e anche delle verve che lo portano ad inserirsi spesso tra le linee e a farlo essere, con De Paul e Benassi, uno dei centrocampisti più prolifici, dati alla mano. In questo senso, risuonano le parole di stima e fiducia da parte di Gennaro Gattuso, per il quale Bonaventura avrebbe avuto molta più pubblicità se avesse avuto un cognome straniero. Vero è che tanti stranieri, nella Serie A, finiscono per giocare spesso a discapito di italiani: ma non sempre questo è un male. Tuttavia, nel caso di Bonaventura, leffetto suggestivo esterofilo non pagherebbe, in considerazione anche del profondo valore di equilibratore che la mezzala marchigiana riesce a fare allo scacchiere tattico del giovane tecnico Gattuso.
Bonaventura diventa dunque uno dei fiori allocchiello di questo Milan partito maluccio in stagione, poi ripresosi a metà strada con vittorie importanti (come ad esempio quella contro la Roma) e poi tornato a rallentare. Adesso le due vittorie di fila sono il miglior viatico per lappuntamento degli appuntamenti: quello con il derby di Milano che ci sarà in cartello immediatamente dopo la sosta. Da una parte e dellaltra non si aspetta che un risultato utile, e magari una vittoria, non solo per dare un definitivo segnale di continuità ai recenti risultati, ma anche per staccare il rivale diretto e dare un colpo forte a quella metaforica leadership cittadina che anche a Milano, come ovunque, è sentita. Linter di Icardi contro il Milan di Higuain. E di Bonaventura.