(Adnkronos) – Libia, Sudan, Mozambico, Repubblica centrafricana, Repubblica democratica del Congo, Mali: sono tutti i Paesi dove si è fatta più forte ed estesa la presenza dei mercenari del gruppo Wagner, che il Cremlino usa “per eliminare l’influenza occidentale dal continente africano”. E “per raggiungere i suoi obiettivi senza fare grandi investimenti, continuando a negare la sua presenza”, spiega all’Adnkronos Brian Jenkins, esperto del think tank americano Rand Corporation.
Nella Repubblica centrafricana, ricca di depositi di oro e diamanti, si contano poco meno di duemila mercenari russi, schierati con il governo nella guerra civile in corso. In Libia si parla di 1-2mila miliziani, schierati a sostegno dell’uomo forte della Cirenaica, Khalifa Haftar. Il loro numero che si è ridotto negli ultimi mesi dopo che Mosca ha richiamato buona parte dei mercenari per ridispiegarli in Ucraina. In Mali, dove la giunta ha costretto i francesi a lasciare il Paese, si conterebbero centinaia di combattenti del gruppo fondato da Eveghny Prigozhin, oligarca vicino a Vladimir Putin.
In Sudan, Wagner si è assicurato il business delle concessioni delle miniere di diamanti, in Mozambico, un mese prima del dispiegamento dei miliziani nel settembre del 2019, la Russia ha firmato accordo sulle risorse minerarie, l’energia e la difesa. Il gruppo è arrivato fino in Burkina Faso, dove, secondo le accuse del presidente del Ghana Nana Akufo-Addo, “una miniera sarebbe stata concessa al gruppo come forma di pagamento per i loro servizi”. Nella Repubblica democratica del Congo, nella crisi tra Kinshasa e il gruppo filoruandese M23 i mercenari russi sarebbero schierati con l’esercito congolese, che ha invece negato la loro presenza.