“Si tratta di un lavoro per certi aspetti rodato nel Form@, progetto di formazione pre-partenza in cui abbiamo agito addirittura in 11 paesi e con numeri importanti. Oggi è operativo Form@2 in 5 paesi, Albania, Senegal, Egitto Marocco e Tunisia che si pone l’obiettivo di formare 2.100 persone. E ora certamente riusciremo a imprimere un’azione di accelerazione al progetto, guardando con ottimismo all’evoluzione della situazione della pandemia”. Lo ha detto Michele Pagliaro, presidente di Inca Cgil, nel corso della presentazione del progetto Form@2, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione e che vede il ministero dell’Interno nella veste di autorità responsabile e il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nella veste di autorità delegata.
“Certamente le criticità ci sono: in ordine alla tempistica eccessivamente lunga e in ordine tecnologico -ha spiegato Pagliaro- però nonostante queste difficoltà noi ci siamo e lavoriamo per rendere fruibile questa possibilità del ricongiungimento familiare per gli immigrati, che è il percorso di integrazione per eccellenza”. “Siamo di fronte ad un progetto molto importante perchè nel nostro Dna -ha proseguito Pagliaro- sono immersi valori fondamentali e irrunciabili come il rispetto e la dignità delle persone che si rafforzano attraversano l’elemento indispensabile della conoscenza e dei saperi. Il progetto Form@2 è innanzitutto un’azione che prova a dare questi strumenti della conoscenza: della lingua italiana, del diritto di famiglia, dei diritti-doveri costituzionali, del sistema sanitario”.
“Il ricongiungimento familiare è l’altra faccia dell’immigrazione, di quell’immigrazione ordinata di cui il Paese avrebbe bisogno. Perchè quello dell’immigrazione -ha concluso Pagliaro- è un tema controverso che crea un dibattito distante dalla realtà, in cui si perde di vista che oltre l’8,5% della popolazione residente in Italia è straniero e che ci sono spazi da riempire nei lavori che gli italiani non vogliono svolgere. Per non parlare della denatalità”.