Le difficoltà dell accordo europeo per gli sbarchi di migranti scoperchiate dal caso Sea Watch stanno avendo come effetto collaterale un clima maggiormente ostativo per le attività delle ONG umanitarie. Mentre il commissario europeo per limmigrazione Avramopoulos è a Roma per incontrare il presidente del Consiglio Conte e il ministro dellInterno Salvini, in Spagna viene bloccata in porto la Open Arms, che in seguito allultimo sbarco effettuato poche settimane fa ad Algeciras, stava per partire per una nuova missione nel Mediterraneo. La Spagna è, dati alla mano, il paese europeo che nel 2018 ha ricevuto più migranti, quasi 60. 000, numero che supera di tre volte quello che riguarda lItalia.
Lautorità portuale di Barcellona si è dunque rifiutata di consentire alla Open Arms di ripartire. “Ancora una volta prigionieri in porto – la denuncia del fondatore degli Oscar Camps – per impedirci di salvare vite umane, è irresponsabile e crudele”. In un tweet Open Arms spiega la ragione per larresto improvviso: “Lautorità portuale di Barcellona ci nega il permesso di raggiungere la ragione centrale del Mediterraneo: se gli Stati non adempiono ai loro obblighi di salvataggio, nemmeno noi dobbiamo proteggere la vita. Eliminano testimoni per nascondere le morti”.
Era il 31 dicembre quando la Open Arms aveva fatto sbarcare a Libeciras 311 migranti, salvati al largo della Libia, dopo che lItalia e Malta avevano negato lattracco alla nave. Dopo il rifornimento di carburante e il cambio dellequipaggio, la nave avrebbe dovuto salpare per una nuova missione l 8 gennaio, ma le autorità portuali di Barcellona gli hanno vietato di farlo, affermando che lONG viola le norme internazionali sul salvataggio in mare. Dopo lo sbarco a Malta dei 49 migranti soccorsi da Sea Watch e Sea Eye alla fine di dicembre, nessuna nave delle ONG è stata presente nel Mediterraneo centrale in questi giorni.