E’ durata appena 24 ore la tregua a Lampedusa sul fronte degli sbarchi. A causa delle cattive condizioni meteo, infatti, ieri non si erano registrati approdi nella più grande delle Pelagie. Nella notte, invece, sono 156 i migranti giunti a molo Favaloro. Tra loro anche una donna e 13 minori accompagnati. Le operazioni di sbarco sono andate avanti sino all’1.30 circa.
Per tutti dopo un primo triage sanitario è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola. Gli ultimi arrivi sull’isola prima di quelli della notte risalgono a venerdì scorso, quando era stato intercettato un barchino con 12 tunisini, tutti uomini.
Lamorgese: “Difficoltà gestione dettate da aggravamento procedure per sorveglianza”
“Il momento di crisi del lockdown ha portato a un ribellismo che abbiamo visto in varie città: la questione della restrizione della circolazione dovuta al Covid molte volte è stata accostata al fenomeno migratorio. Voglio sottolineare quasi da una certa parte una discriminazione al rovescio dei cittadini rispetto agli stranieri migranti. Questa lettura dei fatti non credo dia il giusto riconoscimento agli sforzi che abbiamo compiuto per gestire l’accoglienza, dovendo coniugarli con l’esigenza di profilassi imposta a tutela della salute di tutti”. Lo ha detto il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese al forum di Cernobbio.
“Non è mai stato sottolineato abbastanza come l’incremento di arrivo di migranti sia il portato della crisi pandemica abbattutasi con estrema violenza anche sui paesi nordafricani – prosegue il capo del Viminale – e la spinta migratoria è cresciuta per effetto della depressione socio-economica che ha investito alcuni territori come la Libia, la Tunisia, l’Algeria che, queste ultime due, avevano goduto di una certa stabilità dopo i moti della primavera araba. Le difficoltà della gestione del fenomeno, secondo me, non sono tanto dettate dalla crescita dei numeri quanto dall’aggravamento delle procedure determinato dalle esigenze di sorveglianza, vigilanza sanitaria dei migranti, sempre osservate”.
“Non dobbiamo dimenticare la situazione di grave instabilità della Libia che non si è spenta e uno slittamento delle elezioni previste per fine anno potrebbe rappresentare la ripresa delle tensioni e il passaggio di una Libia divisa in due fazioni, in due zone di influenza, la Turchia da una parte e la Russia dall’altra. Anche le prospettive per quanto riguarda la Tunisia sono preoccupanti – conclude Lamorgese – c’é il rischio di un concreto collasso. Proprio per questo l’Europa deve essere presente, al momento non ha dato grandissima prova. Serve un grande piano economico che deve riguardare questi paesi, perché è una partita importante, intervenire nei paesi del nord Africa: l’immigrazione è un problema ormai strutturale. Ulteriori preoccupazioni destano le pretese dell’Isis di riconquistare il terreno perso in questi anni”.