In attesa della ‘madre di tutte le battaglie’, attraverso la quale l’Europa dovrà riconoscere la qualità ed i pregi dei prodotti enogastronomici ‘Made in Italy’ (ad oggi valutati da una pletora di soggetti cresciuti a patate bollite e salsicce), e dunque sancirne l’unicità, intanto a Bruxelles si è finalmente iniziato a lavorare sull’immigrazione e, in particolare sugli sbarchi.
Nello specifico, si sta lavorando ad un dossier che oggi ha visto riuniti diversi soggetti intorno al tavolo del Consiglio straordinario Ue Affari interni di Bruxelles dove, fra le prime direttive uscite, si è deciso di “Stabilire, in una cornice concordata a livello Ue, delle regole certe per i soggetti, anche privati, che operano nel Mediterraneo“.
Intanto, è stato riferito, il Consiglio si è svolto in un clima “diverso rispetto a quello delle settimane scorse, nel piano del caso Ocean Viking“, protagonista d un duro scontro tra il nostro Paese e l’Unione Europea. Come ha poi riassunto Margaritis Schinas (il vicepresidente della Commissione europea responsabile per la migrazione), sull’accoglienza dei migranti, “Tutti i ministri dell’Interno, ha assicurato, hanno sostenuto il piano della Commissione europea con una ventina di misure, tra cui la riattivazione della piattaforma di ricollocazione volontaria, ponendo le basi per compiere progressi nella riunione di dicembre del Consiglio. Questo tema – ha spiegato – non deve essere una questione che intossica la politica, dobbiamo portare la normalità nel dibattito e continuare a dimostrare che l’Europa è parte della soluzione“.
Riguardo nello specifico al codice di condotta delle Ong, Schinas ha affermato che “le operazioni delle Ong non sono un tabù, non sono qualcosa che non deve essere discusso. Vanno discusse perché parliamo della vita delle persone. Le operazioni delle Ong non possono avvenire nel selvaggio, selvaggio west, serve ordine, un quadro di cooperazione, dialogo con Stati membri e Ong“.
Dunque, ha continuato il vicepresidente, “Serve impegno per un sistema ordinato. E penso che questo sia possibile. Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che le risposte sono necessariamente europee. Accogliamo con favore lo spirito di fiducia e cooperazione con cui i ministri si sono riuniti. È stato diverso dallo spirito della crisi ‘Ocean Viking’, che ha permesso alle forze populiste di affermare che l’Europa non è in grado di fornire risposte. Oggi i ministri hanno dimostrato che questo non è vero“.
Un Consiglio straordinario il cui esito ha regalato grande “Soddisfazione” al nostro ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, il quale ha spiegato che “C’è stata la presentazione del piano proposto dalla commissione Ue, ci sono state discussioni convergenti. Il Piano ripercorre quello che l’Italia aveva sempre detto, cioè un’azione forte dell’Europa sia per migliorare il sostegno ai paesi di origine e transito dei flussi migratori sia per sviluppare contenimento delle partenze e migliorare i rimpatri”. Ad ogni modo, ha tenuto a rimarcare Piantedosi, “Il piano è stato apprezzato da tutti, si è affrontato anche il discorso condividere al più presto coordinamento maggiore dei meccanismi Sar che avvengono nel Mediterraneo ma non solo“.
Poi, rispetto ad una specifica domanda su cosa accadrà alla prossima richiesta di sbarco da parte di nave Ong, Piantedosi ha replicato che “non si è trattato di casi singoli né di gestione operativa, sono luoghi dove si stabiliscono regole, metodologie e strategie“.
In tutto ciò, tanto per confermare il suo ormai immobile status di ‘paese contro’, attraverso il ministro dell’Interno Darmanin, da Parigi è stato affermato che la Francia non accoglierà richiedenti asilo sbarcati in Italia, almeno fino a quando “Roma non rispetterà il diritto marittimo e si rifiuterà di far sbarcare le navi cariche di migranti soccorsi nel Mediterraneo”. Uscendo infatti dal vertice straordinario dei ministri dell’Interno a Bruxelles, il francese ha affermato che “Se l’Italia non accoglie le imbarcazioni, non accetta il diritto marittimo e il principio del porto più sicuro, non vi è alcun motivo perché il paese che garantisce le rilocalizzazioni sia lo stesso che accoglie le imbarcazioni o accoglie direttamente i migranti dall’Africa o dall’Asia“.
Poi Darmanin, in relazione a quanto stabilito dal meccanismo di accoglienza dei richiedenti asilo, 3500 dei quali sarebbero dovuti andare in Francia, ha assicurato che “il nostro auspicio è chiaramente quello di riattivarlo, perché è il solo che permetta di suddividere le difficoltà in tutta Europa, e forzare i paesi di primo arrivo, come l’Italia, ad attivare le barriere di cui abbiamo bisogno e la registrazione di tutti gli stranieri che arrivano nello spazio europeo. Attualmente non è il caso“.
Dal canto suo, chiamato a commentare le recenti – e continue – tensioni tra l’Italia e la Francia sui migranti, Piantedosi, ha tenuto a gettare acqua sul fuoco, affermando che “sono rapporti normalissimi e buonissimi. Non c’era necessità di un confronto – ha quindi rassicurato il nostro ministro dell’Interno – ho stretto la mano e salutato con cordialità tutti i partecipanti, ho registrato da parte loro e di tutti cordialità e condivisone”.
Max