Come se in questi giorni non ne avessimo già abbastanza di problemi, con ‘sto’ maledetto coronavirus che sembra allentare però poi c’è e continua a fare paura. E mentre a livello politico e sociale siamo nel caos più totale, con l’Europa che ancora non da ‘segnali tangibili’, la Punta estrema dello Stivale è tornata a bissare le miserevole scene di sbarchi, e di fuggiaschi laceri e confusi.
Già la notte scorsa a Lampedusa si sono contati ben tre ‘arrivi’, per l’approdo di una cinquantina di immigrati (30 tunisini, e 15 di varie nazionalità con tre donne). Due sbarchi sono stati assistiti dalla GdF e uno dalla Guardia costiera.
Nemmeno il tempo di organizzare i soccorsi, che già con le prime luci dell’alba, ecco che stamane, per poter contenere questa nuova ‘emorragia’, con un traghetto di linea 117 migranti sono stati trasferiti a Porto Empedocle.
Da almeno 48 ore infatti, l’hotspot di contrada Imbriacola è tornato a dover far fronte ad un continuo di arrivi. Come dicevamo, i militi della Guardia di finanza ed i marinai della della Capitaneria di porto sono stati costretti a turni di lavoro massacranti.
Come se poi non bastasse, oltre il vasto gruppo composto da tunisini, algerini, bengalesi e sudanesi, sempre alle prime luci dell’alba, le forze dell’ordine hanno anche dovuto ‘pattugliare’ le coste in quanto un barchino con a bordo sette tunisini, era riuscito a superare i controlli, fino ad ‘arenarsi’ su una spiaggia. Fortunatamente sono stati subito rintracciati, bloccati ed identificati.
Insomma, una situazione ‘emergenziale’ alla quale nessuno sembra dare al momento grande peso. Anche perché, non dimentichiamolo, dietro tutto questo c’è la ‘situazione libica’ che, ‘incredibilmente’ abbiamo via via trascurato lasciando che la fosse la Turchia a ‘prendrne’ in qualche modo le redini diplomatiche…
Max