(Adnkronos) – Occorre “migliorare” l’applicazione delle prescrizioni del regolamento di Dublino da parte dell’Italia, perché Roma si prendeva “un” migrante su “dieci”, anche prima della crisi dell’Ocean Viking. Lo ha sottolineato il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, oggi a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Interni.
“Ho avuto l’opportunità di dirlo al ministro italiano – dice Darmanin – che ho ricevuto la scorsa settimana, perché anche prima della crisi dell’Ocean Viking, l’Italia riprendeva una persona su dieci. E quindi, ovviamente, dobbiamo migliorare in questo campo. Ringrazio il governo italiano per aver esaminato” la questione, “perché abbiamo avuto uno scambio molto positivo e mi recherò al confine franco-italiano con la mia controparte, nelle prossime settimane, per continuare questa discussione”.
“Non dobbiamo rendere nominative le nostre discussioni – ha aggiunto – ma quel che è certo è che il regolamento di Dublino, il modo in cui ha funzionato fino ad oggi, si è notevolmente deteriorato. Alcuni Paesi dicono addirittura che il regolamento di Dublino è morto: la Francia non lo dice, ma dice che è assolutamente necessario rivederne il funzionamento”.
“Vediamo chiaramente che oggi, quando abbiamo accordi bilaterali – prosegue il ministro – penso per esempio a Francia-Germania, riusciamo a far funzionare il regolamento di Dublino. E’ quando lasciamo che si applichi il regolamento in generale che abbiamo molte più difficoltà. In primo luogo, perché il regolamento è ora terribilmente complesso”.
“Oggi, per esempio – spiega – per uno straniero che arriva sul territorio nazionale e al quale verrà applicato il regolamento, da quando viene registrato in EuroDac abbiamo due mesi, è molto breve, due mesi, per accordarci con il Paese di origine. Ci sono anche molte questioni che sono soggette all’interpretazione degli Stati. Penso ad esempio ai luoghi di ritrovo per scambiare persone, o agli aeroporti, che sono aeroporti di destinazione e di partenza. Il regolamento di Dublino è ora molto complesso. Non funziona quasi più in alcuni Paesi, in particolare in Italia”.
“Ma si può anche dire – prosegue – che il regolamento Dublino funziona quando gli Stati hanno accordi bilaterali, come ne abbiamo avuti con la Germania. Dobbiamo quindi moltiplicare contemporaneamente gli accordi bilaterali. Penso che questa sia una cosa molto positiva. E allo stesso tempo dobbiamo semplificare il regolamento. Prendo atto del fatto che anche la presidenza svedese ha posto la questione sul tavolo del Consiglio, e questa è un’ottima cosa”, conclude.