Una stretta di mano, condita da larghi sorrisi quella fra Papa Francesco e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ricevuto in udienza in Vaticano. Il capo dello Stato francese, partito da Palazzo Farnese, sede dellambasciata di Francia in Italia, è arrivato con 23 minuti di ritardo, rispetto al protocollo della visita, che prevedeva la sua presenza Oltretevere per le 10.
Ad accogliere il presidente Macron, nel Cortile di San Damaso a fianco della basilica di San Pietro in Vaticano, è stato monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa Pontificia. Il presidente francese è arrivato accompagnato dalla delegazione francese, di cui fanno parte fra gli altri, il ministro degli Esteri Jean Yves Le Drian, nonché la première dame Brigitte Trogneux.
Affiancato da monsignor Gaenswein, Macron ha percorso lentamente i lunghi corridoi del Palazzo Apostolico, con le Guardie Svizzere in schieramento donore, prima del saluto con il Pontefice. Il Papa e Macron si sono quindi seduti luno di fronte allaltro alla scrivania papale dello Studio alla Biblioteca, scambiandosi qualche parola e regalando altri sorrisi ai flash dei fotografi, prima del colloquio privato.
Il tema dei migranti, assieme a quello relativo ai cambiamenti climatici, è stato largomento centrale del lungo colloquio durato quasi unora. In una nota, la Santa Sede riferisce che “sono state affrontate questioni globali di interesse condiviso, quali la protezione dellambiente, le migrazioni e limpegno a livello per la risoluzione dei conflitti.
mente in relazione al disarmo. La conversazione ha inoltre consentito uno scambio di valutazioni su alcune situazioni di conflitto, particolarmente nel Medio Oriente e in Africa e, infine, non è mancata una riflessione congiunta circa le prospettive del progetto europeo”.
Il Vaticano assicura che “nel corso dei cordiali colloqui, sono stati sottolineati i buoni rapporti bilaterali esistenti tra la Santa Sede e la Francia ed è stato rilevato, con particolare riferimento allimpegno della Chiesa, il contributo delle religioni alla promozione del bene comune del Paese”.