Il Ministero dellInterno mostra preoccupazione in merito alla situazione in Libia: il rischio è che in Italia possano arrivare “centinaia di terroristi islamici”, già dal prossimo soccorso messo in atto dalla Ong Mediterranea con la nave Mare Jonio. Ecco perché Matteo Salvini ha voluto firmare la sua direttiva che potenzialmente chiude le porte delle acque territoriali, toccando la questione della Mare Jonio, anche ad una nave italiana. E il vicepremier lo fa inoltre citando quanto accaduto in Francia, che per emergenza terrorismo ha richiesto una proroga di sei mesi della chiusura delle frontiere con lItalia.
Migranti, direttiva di Salvini per pericolo terrorismo
Il Viminale quindi getta le basi, sul tema migranti, per una chiusura delle acque territoriali italiane anche a navi battenti bandiera tricolore. Salvini ha firmato la direttiva per la Mare Jonio e lo fa esprimendo lordine ai comandanti delle forze di polizia, della Guardia costiera e della Marina “di vigilare affinché il comandante e la proprietà della Mare Jonio si attengano alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati; rispettino le prerogative di coordinamento delle autorità straniere legittimamente titolate ai sensi della vigente normativa internazionale al coordinamento delle operazioni di soccorso in mare nelle proprie acque di responsabilità dichiarate e non contestate dai paesi costieri limitrofi e non reiterino condotte in contrasto con la vigente normativa”. In parole povere, la volontà del Viminale è quella di stabilire che in caso di soccorso da parte della nave in accordo con i libici, non sarà consentito lingresso in acque italiane. Si tratta di una direttiva che si riferisce esplicitamente alle azioni di soccorso che la Mare Jonio ha condotto il mese scorso, con il salvataggio di 47 migranti in area di competenza libica, con trasporto a Lampedusa: in quella circostanza, la Guardia di Finanza aveva intimato alla nave di fermarsi, ma il comandante varcò comunque le acque territoriali ottenendo dalla Capitaneria un supporto per ripararsi dalle intemperie. Una condotta che per il Viminale vale come violazione delle normative internazionali, qualcosa che con la direttiva in questione si vuole rimarcare, richiamando allordine le autorità militari e di polizia per “curarne lesecuzione a partire da ogni possibile forma di notificazione ed intimazione agli interessasti”.