Se non altro per la sua imponenza, dallalto non poteva certo passare inosservato il veliero che solcava le acque al largo tra Santa Maria di Leuca e Gallipoli. Così, un pattugliatore del Gruppo Aeronavale della Guardia di Finanza di Taranto ha deciso di condurre un controllo. In breve le Fiamme Gialle hanno scoperto che si trattava di un carico di migranti: soccorsi 50 pachistani e arrestato due scafisti. Lintervento è stato condotto, alle 18.40 di ieri, da due unità navali del Reparto Operativo Aeronavale delle Fiamme gialle di Bari e del Gruppo Aeronavale di Taranto, che svolge le funzioni di Centro di Coordinamento Locale Frontex per loperazione ’Triton 2016’. In queste ore intanto è in navigazione verso il porto di Palermo la nave ’Diciotti’ della Guardia costiera con a bordo 1.003 migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. La Prefettura ha già organizzato la macchina dell’accoglienza con le forze dell’ordine. Sul fronte interno proseguono intanto i controlli a quanti sfuggiti dalla fitta rete tesa sulle nostre coste, e dalle prime ore di questa mattina, nelle province di Como e Milano, oltre a Belgio, Svezia e Francia, investigatori della polizia di Stato – Servizio Centrale Operativo e Squadra Mobile di Como – e delle polizie dei Paesi citati stanno eseguendo unordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 21 soggetti ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dellimmigrazione clandestina, aggravato dal carattere transnazionale delle condotte criminose. “Le indagini – scrive la polizia – avviate nellottobre 2015 hanno consentito di raccogliere gravi elementi indiziari a carico di un gruppo criminale, composto da 16 siriani, 2 tunisini, un algerino, un libanese e un egiziano, che, operando in diversi Paesi europei, ha organizzato, traendone ingenti profitti economici, il trasferimento, dallUngheria soprattutto verso lAustria e la Germania, di centinaia di migranti, perlopiù di nazionalità siriana e in fuga dalle aree in cui si sta svolgendo il noto conflitto armato in Siria”. Linchiesta ha permesso di ricostruire le attività e le dinamiche criminali del network criminale che, approfittando dellimponente flusso migratorio dell’anno scorso sulla rotta balcanica, ha realizzato un complesso meccanismo per il trasporto degli stranieri con vetture private. Gli indagati, infatti, hanno impiegato circa 300 veicoli intestati a diverse società di comodo, avvalendosi di una vasta rete di passeur, di varie nazionalità (anche italiana), un centinaio dei quali già identificati e, in parte, arrestati, in flagranza di reato, anche nellambito delle connesse attività condotte dalle Autorità tedesche e austriache. Alcuni degli indagati sono, da tempo, irreperibili sul territorio nazionale. Sono stati emessi, pertanto, mandati di arresto europeo nei confronti di coloro che si ritiene si siano trasferiti nei Paesi sopra menzionati.