MICHEL BARNIER, IL CAPO NEGOZIATORE DELL’UE PER LA BREXIT AFFERMA CHE ‘SENZA UN ACCORDO FINANZIARIO RISCHIA DI CADERE TUTTO’. JUNCKER PREOCCUPATO DALLA TEMPISTICA

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    Nell’ambito delle procedure legate alla scissione, non sono giorni facili in quanto, riferisce il capo negoziatore dell’Ue per la Brexit Michel Barnier, l’accordo finanziario con la Gran Bretagna “è senza dubbio uno dei punti più difficili da affrontare nelle trattative con Londra. Tuttavia, se non dovesse esserci alcun accordo su questo punto”, Barnier “ritiene che il rischio di non riuscire a raggiungere un accordo per avere un ritiro ordinato del Regno Unito dall’Ue diventerebbe reale, dal momento che nessuno dei 27 Stati membri desidera contribuire in misura maggiore al quadro finanziario pluriannuale o ricevere meno soldi per i progetti previsti dal quadro. E’ pertanto necessario – aggiunge Barnier – durante la prima fase dei negoziati, concordare con il Regno Unito un metodo chiaro per calcolare i suoi obblighi finanziari”. Dunque, a causa delle elezioni politiche in Gran Bretagna dell’8 giugno, secondo Barnier i negoziati “non inizieranno prima di metà giugno”. Se ne deduce che per giungere a un accordo sui principi del ritiro ordinato (diritti dei cittadini, accordo finanziario e questione dei confini), i tempi parlano del periodo compreso  “tra ottobre e dicembre 2017, mentre il possibile lancio della seconda fase dei negoziati, che definirebbe il quadro delle future relazioni tra Ue e Regno Unito e gli accordi transitori, sarebbe tra dicembre 2017 e la primavera 2018”. La finalizzazione dell’accordo sull’articolo 50 (l’articolo del Teu che regola il ritiro di uno Stato dall’Ue) è prevista “intorno a ottobre 2018, cosa che darebbe sei mesi, fino a marzo 2019, per completare il processo di ratifica”. Dal canto suo il presidente della Commissione Europea, si legge nel verbale della riunione del collegio dei commissari del 3 maggio scorso “ha espresso la sua preoccupazione circa l’ambiziosità della tempistica prevista per i negoziati con Londra, dato che ritiene che alcune delle questioni che dovranno essere negoziate nella prima fase richiederanno tempo”. Juncker ha inoltre tenuto a sottolineare “che è importante appianare possibili malintesi e rendere chiaro che l’Unione desidera prima concludere le discussioni su come sistemare le questioni del passato, e solo allora, se saranno fatti sufficienti progressi, muovere alla seconda fase dei negoziati, quella sulle grandi linee del rapporto futuro tra Ue e Gran Bretagna”. Il verbale spiega inoltre che il presidente “ha notato che, da parte britannica, il governo sta tentando di accreditare l’idea che se non si troverà un accordo su tutti i punti del negoziato, inclusi quella della seconda fase, non ci sarà un accordo complessivo sul ritiro ordinato del Regno dall’Ue”. Juncker ha anche chiesto che “l’accordo sui principi del ’divorzio’, che si prevede sia raggiunto tra ottobre e dicembre 2017, sia il più preciso possibile”.