MICHAEL DOBBS, “HO SCRITTO AL PREMIER RENZI” di Pietro Cataleta

Con uno humor tipicamente inglese e con la maestria degna della sua fama, Michael Dobbs ha presentato

ieri a Roma, presso la libreria Fandango, la saga che lo ha reso famoso come scrittore al livello mondiale,

House of Cards. La fortunata saga è poi diventata una serie tra le più famose del momento nella versione

americana e precedentemente in quella britannica. Michael Dobbs lord inglese, ex consigliere della lady di

ferro Margaret Thatcher è il creatore di una storia inventata quasi per caso durante una vacanza.

Come è nata una storia simile?

Ero stato da poco cacciato dalla mia carica di consigliere dopo una discussione con il primo ministro

Thatcher. Ero in vacanza quando litigai con mia moglie sul best seller che stavo leggendo, mi lamentavo

terribilmente, era orribile e mia moglie rispose “pensi di poter fare qualcosa di meglio?” così mi sedetti con

una bottiglia di vino e carta e penna. Ci misi un po’ perché finita la bottiglia avevo scritto solo due lettere

F.U. una cosa bruttissima in inglese (fuck you) che però dopo diventò l’atteggiamento del personaggio.

Scrivere di questo personaggio può creare nemici, qualcuno si è mai riconosciuto o indignato?

Si un paio di persone si sono indignate, molti sono venuti a chiedere “di la verità quel personaggio, sono io

vero?” ed io cercavo di convincerli del contrario, ma nemici veri e propri mai. Gli scrittori hanno un lusso

particolare, possono parlare con chiunque dal primo ministro al Dalai-Lama, le persone si fidano a parlare

con uno scrittore e dicono molte cose che ad un giornalista comune non rivelerebbero mai.

Lei non trova che ci sia qualcosa di strano in questa ammirazione del pubblico per un personaggio così

spietato?

Se c’è una cosa che ho imparato durante la mia carriera è che quando si arriva ai grandi politici nessuno è

docile e gentile, molti sono spietati ed è l’unico modo per arrivare a dei risultati concreti, sono tutti molto

ambiziosi e determinati verso i propri obbiettivi. “People like darkside”. Alla fine per scrivere una fiction

sulla basta prendere la realtà e annacquarla per renderla credibile.

C’è un futuro per Frank Underwood(usa)/ Francis Urquhart (bbc)?

Ventisette anni fa non avrei mai creduto che ci potesse essere un successo del genere, quindi non avevo

mai pensato ad un’eventualità del genere, ma ora è molto probabile d’altronde è un personaggio che vive

di vita propria.

È vero che scrisse al Premier Renzi?

Si è verissimo, trovai una foto in cui comprava il mio libro e gli mandai alcune copie autografate con una

piccola nota “è un libro di puro intrattenimento, non un manuale”.

Quando alla fine tra le domande della stampa gli è stato chiesto che consigli avrebbe dato al premier, lo

scrittore inglese ha ripreso le sue vesti da tipico uomo politico e conservatore e ha risposto: “La verità è che

il politico che verrà ricordato non è quello amato, ma quello che raggiunge dei risultati. Essere efficaci,

avere degli obbiettivi da perseguire con tenacia. Io lavoravo per una donna che non è ricordata per la sua

benevolenza, che ha marciato con gli stivali chiodati versoi suoi obiettivi. Rivolgo lo stesso consiglio al

vostro premier”.