Piace più il centro che la periferia, allamministrazione Marino. Questo almeno raccontano gli ultimi sviluppi sulla costruzione delle metropolitane di Roma, sempre più somigliante al gioco delle tre carte: per una linea, la C, che a sorpresa potrebbe essere prolungata da piazza Venezia a piazzale Clodio (come da progetto originale), ce nè unaltra, la B, la cui continuazione da Rebibbia a Casal Monastero (quadrante est oltre il Gra), già finanziata per intero, rischia di essere cancellata una volta per tutte. Il sospetto, ventilato da molti, è che si vogliano spostare sulla terza linea i 167 milioni di contributi pubblici stanziati per la seconda (99 dei quali dalla Regione Lazio, che però ha già fatto sapere di essere contraria). Anche a costo di pagare le penali stellari previste per lo stop allopera”. Lo scrive Giovanna Vitale sulla Repubblica. “Scade infatti tra una settimana lultimatum lanciato da Metro B srl, lassociazione di imprese capitanata da Salini, con Astaldi e Vianini nella cordata, che avrebbe dovuto trasferire il capolinea da Rebibbia a Casal Monastero grazie a un project financing approvato nel 2011 dalla giunta Alemanno, cui quella Marino non ha però dato seguito – continua l’articolo – Il 24 luglio scorso il consorzio, che avrebbe dovuto realizzare linfrastruttura in cambio di 700mila metri cubi di nuove costruzioni, ha inviato una lettera di diffida al sindaco, agli assessori Improta e Caudo, oltre che a Roma Metropolitane, minacciando la risoluzione del contratto per inadempienza del concedente e la richiesta di un maxirisarcimento (intorno ai 300 milioni) qualora il Campidoglio non avesse provveduto a firmare entro 60 giorni la convenzione urbanistica necessaria ad aprire i cantieri. Due mesi che sono però trascorsi invano. Tantè che ieri le imprese costruttrici hanno spedito una nuova lettera in cui, dopo aver richiamato i termini dellultimatum, ricordano che il tempo sta per finire e che ’non avendo ricevuto alcun riscontro’, sarà chiesto a Roma Metropolitane (e quindi al Campidoglio) di pagare tutti i costi finora sostenuti, le penalità che scaturiranno dallo stop allopera e i mancati guadagni provocati dalla valorizzazione immobiliare sfumata. Unoperazione che, forse, visto il crollo delle compravendite e dei prezzi delle case, allAti Salini-Vianini-Astaldi non conviene neanche più. I terreni interessati dalle compensazioni sono infatti tutti in zone piuttosto periferiche, le più colpite dalla crisi immobiliare: Tiburtino, Monti Tiburtini, Santa Maria del Soccorso, Rebibbia, Torraccia- Casal Monastero e sui nodi di scambio toccati dalla metropolitana. Che si sarebbe dovuta allungare di 2,8 chilometri (con due stazioni: San Basilio, oltre al nuovo capolinea) per un costo complessivo di 556 milioni: 167 erogati da Regione e Comune, 188 dalle aree acquisite dal concessionario e «oggetto di valorizzazione », 133 versati in 24 rate semestrali a partire dal primo anno di gestione della nuova metropolitana, 67 infine dalla vendita a terzi delle aree di Pietralata. Ed è proprio sulle compensazioni che già a inizio anno si erano appuntate le perplessità dellassessore Improta. Con ogni probabilità causa dellepilogo di questi giorni. Che però non piace al principale partito della maggioranza. «Il prolungamento della linea B per noi è indifferibile, corriamo il rischio di sprecare i contributi pubblici che Regione e Roma Capitale hanno stanziato e che sono disponibili», avverte il capogruppo del Pd Francesco DAusilio. ’La città e i residenti di quel quadrante non lo comprenderebbero. Non ci sfuggono i nodi di una concessione deliberata da Alemanno e centrata su una valorizzazione immobiliare eccessiva, tuttavia partire con la prima tratta sino a San Basilio si può e si deve’”.