Il recente e clamoroso arresto del boss Matteo Messina Denaro, ha anche posto al centro dell’attenzione mediatica il carcere di massima sicurezza dell’Aquila. Un istituto rispetto al quale, così come per quello di Sulmona – ed anche per gli altri in Abruzzo – da anni continua a spendersi il segretario generale territoriale Uil Pa Polizia Penitenziaria Mauro Nardella, invocando nuovi spazi e servizi, così da render meno ‘impossibile’ la vita sia per i detenuti che per le stesse ‘guardie carcerarie’
Come spiega l’attivo sindacalista, “Ho volutamente aspettato che il clamore per l’arresto di una delle persone più ricercate al mondo si dissipasse un po’. L’ho fatto per cercare di risaltare il ruolo che la Polizia Penitenziaria avrà nella gestione dello stesso tentando di ‘rubare’ qualche secondo in più rispetto a quello che mi sarebbe stato, per ovvie contingenze temporali, concesso di fare.
Una gestione che – tiene a puntualizzare nardella – malgrado le acclamazioni che si fanno per il buon lavoro svolto da questa forza di polizia, non tengono ahimè conto delle aspettative che la stessa Polizia Penitenziaria, che questa persona la dovrà gestire vita natural durante, auspica di avere”.
Dunque, prosegue il segretario generale territoriale Uil Pa Polizia Penitenziaria, “Onde evitare di fare l’errore di generalizzare le tante problematiche afferenti il mondo penitenziario italiano, mi vorrei concentrare su quelle dei poliziotti siano essi del Gruppo Operativo Mobile che del quadro permanente e che nel carcere dell’Aquila dovranno sobbarcarsi l’onere di non sbagliare nulla, a pena di una inevitabile gogna e non solo mediatica.
Premesso che quotidianamente i baschi blu “aquilani” il loro mestiere lo fanno con enorme abnegazione, da qualche giorno a questa parte questo lavoro lo dovranno fare, oggi più di ieri, moltiplicando gli sforzi e soprattutto i sacrifici che inevitabilmente si dovranno profondere per assicurare quanto di meglio in questi casi viene richiesto di fare. Ma – domanda e si domanda ancor i sindacalista – in cambio queste persone cosa otterranno? Riusciranno nell’intento, ad esempio, di vedersi esauditi nel desiderio di avere una caserma nuova e che sia capace di ospitare tutti coloro hanno bisogno di una stanza pur di non vedersi costretto a sobbarcarsi chilometri di viaggio di pendolarismo per adempiere al loro dovere?” Ed ancora, prosegue Nardella, “Riusciranno a ritrovarsi a vivere in un contesto ove al sovraffollamento carcerario, dettato dall’eccessiva presenza di detenuti, fa da contraltare una penuria generale di baschi blu? Queste straordinarie persone, che malgrado tutto riescono nell’intento di garantire ordine e sicurezza al prezzo di energie psicofisiche profuse al limite dell’esaurimento, riusciranno a lavorare ripagate di tutto questo?”
Quindi, argomenta ancora Nardella, “Dicevo della caserma e dell’incapacità che si è avuto sinora di dotare il carcere dell’Aquila di una struttura sufficiente ad ospitare tutti i poliziotti penitenziari attualmente ivi in servizio. Una caserma che se fosse attiva permetterebbe di avere a disposizione, mai come in questo momento ed in caso di emergenza soprattutto notturna, uomini in uniforme prontamente disponibili. Ci si chiede a questo punto se i preventivabili quanto auspicabili rinforzi, qualora dovessero giungere (ce lo auguriamo tutti) dove li faremmo pernottare?
Credo sia giunta l’ora di parlare anche di questo visto che il clamore suscitato per l’arrivo in città del detenuto più famoso del momento ha portato dinanzi i cancelli del penitenziario abruzzese televisioni da tutto il mondo.
Lo chiedo non fosse altro che per i ringraziamenti che si devono a queste persone le quali, contrariamente a tutti gli altri attori sinora citati, questa detenuto se la dovranno contendere per l’ appunto e loro malgrado vita natural durante”.
Max