Una scena da film horror, visto il contesto, addirittura ‘mefistofelica’, di quelle che fanno rizzare i capelli in un istante. Ne sanno qualcosa i fedeli parrocchiani del piccolo comune di Rose, nel cosentino, che sabato – come ogni fine settimana – si era recati nella locale chiesetta per assistere alla Santa Messa, celebrata dal parroco, Don Claudio Albanito.
Nel corso dell’omelia, quando è giunto il momento della consacrazione del vino, dopo la preghiera di prassi Don Claudio ha avvicinato il calice alle labbra per bere “il sangue del Cristo”. Pochi istanti e, dopo aver deglutito, nel silenzio generale della chiesetta ha rimbombato il rauco gorgoglio del prelato il quale, sgranando gli occhi ha portato la mani alla gola mostrando evidenti difficoltà respiratorie. Mentre i primi fedeli senza perdere tempo hanno lasciato i banchi per correre i soccorso di Don Claudio, questi ha iniziato a vomitare in maniera violenta.
Pochi minuti ed il prete è stato trasportato d’urgenza in ospedale a Cosenza, dove ha ricevute subito le prime cure. Nel frattempo, precipitatisi in chiesa i carabinieri hanno subito preso in consegna il calice, appurando che molto probabilmente (ovviamente si aspetta il risultato ufficiale delle analisi), mescolato al vino c’era una traccia di ‘solvente’, probabilmente candeggina. Avvicinato da un cronista dell’Ansa, Don Claudio si è mostrato scioccato dall’accaduto: “Non so cosa pensare – h affermato – vorrei considerarla una burla, ma ho difficoltà considerata la gravità del gesto. Per ora non ho sporto denuncia, ma solo informato i carabinieri. Non ho idea di chi possa essere stato, né se si tratti di una svista o di qualcosa di diverso. Sono ancora frastornato”.
Accertatisi dello scampato pericolo. i parrocchiani si sono affettuosamente stretti intorno all’amato parroco. Certo da oggi staranno ‘tutti in allarme’, e la celebrazione eucauristica costituirà un momento di ancor maggiore concentrazione…
Max