Un crescendo che monta da giorni, culminato nel pomeriggio quando, in audizione sulla riforma del Mes in Senato, davanti alle Commissioni il ministro dell’Economia ha affermato che “Il Trattato sulla riforma verrà firmato a febbraio, probabilmente le ratifiche successivamente, quindi la pausa per riflettere c’è”. Riferendo alle commissioni Finanze e politiche Ue, Gualtieri ha poi aggiuno che “Conte ha detto la verità, il testo è concordato e se chiedete se è possibile riaprire il negoziato vi dico che secondo me no, il testo del Trattato è chiuso, c’è un lavoro su aspetti esterni e la richiesta su una questione aggiuntiva che possiamo valutare e integrare, ma non c’è negoziato sul testo e tutti gli altri Paesi considerano la questione chiusa. Ed ho dei dubbi che un clamoroso stop del governo per riaprire termini di un negoziato chiuso, possa giovare dal punto di vista interesse nazionale, ma il Parlamento valuterà sovranamente come sempre”.
Questo perché, a detta del ministro, qualora il nostro Paese – unico paese dell’Eurozona – non ratificasse la riforma del Mes, trasmetterebbe “un senso di fragilità e di debolezza che il Paese non ha, perché è solido ed ha risparmio privato molto alto. Dire che l’Italia è terrorizzata, che c’è il rischio di bancarotta, lo trovo sinceramente sproporzionato. Questa riforma non è perfetta ma non fa alcun danno”.
Dichiarazioni che hanno ovviamente innestato le reazioni di Fdi e Lega, con Giorgia Meloni e Claudio Borghi che hanno subito chiesto al premier Conte di intervenire in aula per riferire. Come se non bastasse, a gettare benzina sul fuoco poi il dem De Luca, che ha accusato la Lega di fingere mentre in realtà, quando era al governo, era a perfetta conoscenza che si stava trattando sul fondo salva stati. Ne è seguito un bailamme pazzesco, con il presidente costretto addirittura a dover sospendere i lavori.
A quel punto il deputato leghista Claudio Borghi ha affidato a twitter il suo sfogo: “Tutto quanto detto da Gualtieri è gravissimo e evidenzia comportamenti che potrebbero anche configurare eversione. Conte ha nei fatti approvato un testo definitivo e inemendabile senza alcun dibattito in Parlamento. Che il presidente si cerchi un avvocato”.
Ma a dare fiato alla replica della Meloni è stato Twitter, dove la leader di Fdi poco dopo ha scritto: “Gravissime le parole del ministro dell’Economia Gualtieri, che oggi dice chiaramente e senza dubbi che il negoziato sul Mes non si può riaprire e che il testo del trattato è concordato e chiuso. È una vergogna nazionale, un atto di alto tradimento del popolo italiano – ha denunciato la Meloni – Avevamo ragione: questo governo è al servizio degli interessi franco-tedeschi e vuole espropriare il Parlamento della sua sovranità. Noi di Fratelli d’Italia glielo impediremo e annunciamo sin da ora che faremo le barricate. E scenderemo in piazza: il 9 dicembre saremo a Bruxelles per ribadire ai burocrati europei che la riforma del Mes è inaccettabile e che c’è un’Italia libera e sovrana che non intende piegarsi ai loro diktat”
Max