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“Mes, attendiamo di conoscerne le modifiche, poi l’ultima parola spetterà al Parlamento”

Come scriviamo in un altro articolo, finalmente nel Paese è tornata la politica, dunque, al di là delle scelte ‘obbligate’ dettate dall’emergenza, si torna finalmente in Parlamento per far sì che ogni posizione o scelta siano il frutto di un confronto democratico, e non l’iniziativa, di un singolo o di pochi ‘eletti’.

Tema del confronto è il Mes ma, soprattutto, la ‘sparizione’ di quelle condizionalità che invece lo caratterizzavano come una sorta di ‘trappola infernale’. Un risultato, va sottolineato, al quale Bruxelles è giunta anche grazie alla mediazione del ministro Gualtieri (ministro in seno alla maggioranza) e che, paradossalmente, ha finito per ‘mettere’ in crisi lo stesso esecutivo, con Pd  e Iv propensi ad accettarlo, ed il M5s totalmente contrario, con l’avallo del premier, che ha giurato davanti agli italiani: il Mes mai.

Ora però, come dicevamo, la situazione è cambiata e, di conseguenza, anche Conte ha dovuto prenderne atto, ed oggi attraverso Fb è tornato a dire la sua.

“L’Europa deve affrontare un grave shock economico”

Sul Mes sta lievitando un dibattito che rischia di dividere l’intera Italia secondo opposte tifoserie e rigide contrapposizioni”, ha esordito Conte, ricordando che “La mia posizione è stata molto chiara sin dall’inizio. Ad alcuni miei omologhi che, a fronte di questa emergenza, hanno pensato di affidare al Mes la risposta europea ho replicato: il Mes è un meccanismo inadeguato e anche insufficiente per reagire a questa sfida epocale. Ha un regolamento pensato per shock asimmetrici e per reagire a tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi. Adesso, invece, siamo di fronte al più grave shock economico affrontato dal dopoguerra ad oggi, che compromette fortemente il tessuto socio-economico europeo. Occorre una risposta forte, unitaria, tempestiva. Insieme ad altri otto Paesi Membri – prosegue il premier – abbiamo lanciato una sfida ambiziosa all’Europa invitandola a introdurre nuovi strumenti per affrontare e superare al più presto questa crisi. In ogni caso alcuni di questi Paesi, che hanno condiviso questa nostra impostazione, sono dichiaratamente interessati anche al Mes, purché non abbia le rigide condizionalità applicate in altre circostanze, ma solo la condizione che l’utilizzo del finanziamento sia per far fronte alle spese sanitarie dirette e indirette“.

“Sulle condizionalità del Mes ha discusso l’Eurogruppo”

Il dibattito in Italia è proprio su queste condizionalità – scrive Conte entrando nel vivo della questione –  Alcuni sostengono che esiste il rischio che rimangano le tradizionali condizionalità macroeconomiche, altri ritengono che, pur se non previste nella prima fase, alcune condizionalità potrebbero essere inserite in un secondo tempo, altri ancora prevedono che si arriverà a cancellare tutte le condizionalità ad eccezione del vincolo di destinazione per le spese di cura e di prevenzione del contagio”. Tuttavia, osserva il presidente del Consiglio, “all’ultima riunione dell’Eurogruppo è stato compiuto un deciso passo avanti perché nel paragrafo corrispondente è richiamata espressamente la sola condizione dell’utilizzo del finanziamento per le spese sanitarie e di prevenzione, dirette e indirette“.

“Inutile logorarsi ora, aspettiamo la nuova linea”

“Vorrei chiarire, però, che discutere adesso se vi saranno o meno altre condizioni oltre a quelle delle spese sanitarie e valutare adesso se all’Italia converrà o meno attivare questa nuova linea di credito significa logorarsi in un dibattito meramente astratto e schematico”. Dunque, tiene a chiarire, “bisognerà attendere prima di valutare se questa nuova linea di credito sarà collegata a meccanismi e procedure diversi da quelli originari. Se questo nuovo strumento finanziario presenterà caratteristiche effettivamente differenti dal Mes, per come finora utilizzato“.

“Sarà poi il Parlamento a decidere il da farsi”

Ed ecco il passaggio atteso da tutti: ”Se vi saranno condizionalità o meno lo giudicheremo alla fine, quando saranno concretamente elaborati il term sheet (contenente le principali caratteristiche del nuovo strumento), i terms of reference (che definiranno termini e condizioni della linea di credito) e, infine, il Financial Facility Agreement, le condizioni di contratto che verranno predisposte per erogare i singoli finanziamenti. Solo allora potremo valutare se questa nuova linea di credito pone condizioni, quali condizioni pone, e solo allora potremo discutere se quel regolamento è conforme al nostro interesse nazionale. E questa discussione – sottolinea il premier – dovrà avvenire in modo pubblico e trasparente, dinanzi al Parlamento, al quale spetterà l’ultima parola. Prima di allora potremo disquisire per giorni e settimane, ma inutilmente“.

“Urge verificare che non vi siano condizioni vessatorie”

Infine, cercando di fugare ogni dubbio o perplessità, il premier spiega che ”Per comprendere questo punto, basta tenere presente l’esperienza che molti cittadini fanno quando chiedono un finanziamento a una banca. Negli incontri preliminari, il funzionario illustra genericamente le condizioni del finanziamento, ma quelle che valgono sono le condizioni generali e le clausole inserite nel concreto contratto di finanziamento. Io, e qui parlo da Presidente del Consiglio e da avvocato, prima di dire se un finanziamento conviene o meno al mio Paese voglio prima battermi perché non abbia, in linea di principio, condizioni vessatorie di alcun tipo. Dopodiché voglio leggere e studiare con attenzione il regolamento contrattuale che condiziona l’erogazione delle somme. Solo allora – conclude – mi sentirò sicuro di poter esprimere, agli occhi del Paese, una valutazione compiuta e avveduta”.

Max