“Questa guerra totale e la grande jihad non fanno che rafforzare le nostre convinzioni e la nostra certezza che tutto questo non sia che un preludio alla vittoria”. Attraverso un lungo messaggio audio 31 minuti – in cui si invitano i miliziani combattenti di Musol a resistere (esortando al contempo i kamikaze dellIs a “trasformare le notti dei miscredenti in giorni”), torna a farsi sentire la voce di Abu Bakr al-Baghdadi, leader del sedicente Stato Islamico, di cui non si avevano più da tempo pubblici segnali. “Tenere il territorio con onore è un migliaio di volte più facile che ritirarsi con disonore – afferma il leader – non ritiratevi. A tutti i combattenti e al popolo di Ninive: combattete, lottate e affrontate il vostro nemico. Affrontate il nemico e fate scorrere il suo sangue a fiumi. Questa guerra è la vostra guerra”. Ieri il quotidiano britannico ’The Independent’ citava Fuad Hussein, capo di gabinetto del leader del Kurdistan iracheno Masoud Barzani, secondo il quale al-Baghdadi si troverebbe ancora a Mosul. “Al-Baghdadi si trova lì”, ha detto Hussein, facendo riferimento a fonti concordanti di cui disporrebbe il governo di Erbil. C’è anche un’esortazione per i jihadisti dell’Is a”invadere” la Turchia e a sferrare “attacchi” in Arabia Sauditanell’ultimo messaggio audio attribuito al leader del sedicente Stato Islamico. La voce attribuita al ’califfo’ chiede ai combattenti dell’Is di “scatenare il fuoco della loro rabbia” contro le truppe turche che li combattono in Siria e incita a portare la battaglia in terra turca. “Oggi la Turchia è entrata nel vostro raggio d’azione – afferma il messaggio la cui autenticità non può essere verificata – Invadetela e trasformate in paura quella che oggi è la sua sicurezza”. Nell’audio la voce attribuita ad al-Baghdadi esorta i jihadisti a colpire “attacco dopo attacco” l’Arabia Saudita, le sue forze di sicurezza, funzionari governativi, la famiglia regnante Al Saud e i media che “stanno dalla parte delle nazioni infedeli nella guerra all’Islam e all’Islam sunnita in Iraq e Siria”. Ricordiamo che il controllo della città di Mosul è passato in mano ai miliziani dellIs il giugno del 2014, sottoponendo la popolazione civile a uno stato di feroce tirannia. Ora, dallo scorso 17 ottobre le forze governative irachene, coadiuvate dai peshmerga, dai miliziani sunniti e sciiti, e con l’appoggio dei raid della coalizione anti-Is a guida Usa, stanno conducendo una terribile offensiva di “liberazione” dai jihadisti.