MENTRE L’AUTORITÀ IMPONE NUOVI OBBLIGHI AI GESTORI PER LA TRASPARENZA DELLE BOLLETTE, L’ISPRA LANCIA INVECE L’ALLARME: ACQUE SEMPRE PIÙ TORBIDE CON IL 64% DI PESTICIDI

Mentre l’aspetto ‘politico’ ne disciplina uso e consumo, quello scientifico continua a saggiarne l’effettiva qualità. Ne segue una situazione sconcertante: mentre da un lato si cerca di rendere l’acqua un bene comune, equamente condiviso, con regole per gestori e fruitori, dall’altra sale invece la preoccupazione per la salubrità di un elemento vitale… ma sempre meno ‘naturale’. Così, all’unisono, oggi l’Ispra ha diffuso gli allarmanti dati contenuti dall’annuale Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque: denunciando che il 20% delle acque superficiali ed il 10% di quelle sotterranee, costituiscono l’aumento dei punti contaminati da pesticidi. Dall’altra parte, sempre oggi, per quanto riguarda i consumi domestici di questo prezioso  e sempre più raro (per purezza) ‘oro bianco’, l’Autorità per l’Energia con la delibera 218/2016/R/idr che, da luglio 2016 per le fasi preparatorie e piena operatività da gennaio 2017, introduce una disciplina uniforme a livello nazionale per garantire più certezza nella determinazione dei consumi di acqua ai fini della fatturazione (promuovendo anche l’utilizzo efficiente della risorsa idrica, per la riduzione degli sprechi e una maggiore consapevolezza nelle scelte di consumo), ha introdotto ed imposto ai gestori fatturazioni sempre più rispondenti ai consumi effettivi di acqua grazie a nuovi obblighi di lettura, con almeno due tentativi all’anno; nuove modalità e garanzie per incentivare l’autolettura, comunicabile via telefono, web-chat o sms; obbligo di garantire l’installazione e il corretto funzionamento dei contatori, conservazione dei dati di misura per 5 anni perché si possano utilizzare per le verifiche. Sono le principali novità introdotte. In particolare, per utenti, famiglie o condomini, con consumi medi annui fino a 3.000 mc i gestori dovranno effettuare almeno 2 tentativi di lettura all’anno, distanziati almeno 150 giorni solari l’uno dall’altro; oltre i 3.000 mc l’obbligo diventa di almeno 3 tentativi, distanziati almeno di 90 giorni. Sarà obbligatorio reiterare il tentativo di lettura se per due volte consecutive non fosse andato a buon fine e se non vi fosse alcuna autolettura disponibile. Per le nuove attivazioni dovrà essere effettuato un tentativo di raccolta della misura entro sei mesi dalla data di inizio della fornitura. A garanzia degli utenti, i gestori dovranno dotarsi di modalità che permettano la messa a disposizione, in caso di contenzioso, della misura espressa dal totalizzatore, raccolta e utilizzata ai fini della fatturazione (ad esempio mostrando una documentazione fotografica). Per promuovere l’utilizzo dell’autolettura il gestore dovrà consentire agli utenti di comunicarla attraverso messaggi Sms, il telefono o via web-chat sul proprio sito internet, rendendo i sistemi disponibili tutto l’anno, 24 ore su 24. Dovrà inoltre fornire immediato riscontro all’utente sulla corretta presa in carico dell’autolettura al momento stesso della comunicazione ed entro 9 giorni lavorativi in riferimento alla validazione dei dati. Entro settembre 2016 i gestori dovranno predisporre un registro elettronico delle utenze con le misure e i tentativi di lettura, comunicando ogni anno all’Autorità i dati relativi ai contatori (ammontare, tipologia, funzionamento) e le operazioni di raccolta avvenute ai fini di un monitoraggio periodico delle attività. Tornando ora ai pesticidi, su tutti spicca la presenza del glifosate sostanza ‘puntualmente’ misurata ben sopra i limiti previsti. C’è da evidenziare che nel nostro paese ogni anno vengono impiegate circa 130mila le tonnellate di prodotti fitosanitari. Ad essi, si aggiungono i biocidi, impiegati in tanti settori di attività, di cui non si hanno informazioni sulle quantità e sulla distribuzione geografica delle sorgenti di rilascio. “La contaminazione da pesticidi – si legge in una nota – è un fenomeno complesso e difficile da prevedere, sia per il grande numero di sostanze impiegate, sia per la molteplicità dei percorsi che possono seguire nell’ambiente. Il rapporto viene costruito sulla base dei dati forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, ma la copertura del territorio non è completa né omogenea soprattutto per quanto riguarda le regioni Centromeridionali:non si dispone di informazioni relative a Molise e Calabria e mancano i dati relativi a cinque Regioni per quanto riguarda le acque sotterranee. Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Nel 2014, in particolare, le indagini hanno riguardato 3.747 punti di campionamento e 14.718 campioni e sono state cercate complessivamente 365 sostanze (nel 2012 erano 335). Sono statetrovate 224 sostanze diverse, un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti(erano 175 nel 2012): questo dato indica una maggiore efficacia delle indagini condotte. Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, soprattutto a causa dell’utilizzo diretto sul suolo, spesso concomitante con i periodi di maggiore piovosità di inizio primavera, che ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Rispetto al passato, èaumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi, soprattutto perché è aumentato il numero di sostanze cercate e la loro scelta è più mirata agli usi su territorio”. Nel dettaglio, le acque superficiali ’ospitano’ pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono: glifosate e il suo metabolita Ampa (acido aminometilfosforico), metolaclor, triciclazolo, oxadiazon, terbutilazina e il suo principale metabolita, desetil-terbutilazina. Le sostanze più frequentemente rinvenute sopra il limite sono: bentazone, metalaxil, terbutilazina e desetil-terbutilazina, atrazina e atrazina-desetil, oxadixil, imidacloprid, oxadiazon, bromacile, 2,6-diclorobenzammide, metolaclor. Diffusa è la presenza dei neonicotinoidi sia nelle acque superficiali, sia in quelle sotterranee. Tra questi, in particolare, l’imidacloprid e il tiametoxan, che hanno anche determinato il superamento dei limiti di qualità. I neonicotinoidi sono la classe di insetticidi più utilizzata a livello mondiale e largamente impiegata anche in Italia. Uno studio condotto a livello mondiale (Task Force sui Pesticidi Sistemici, 2015) evidenzia come l’uso di queste sostanze sia uno dei principali responsabili della perdita di biodiversità e della moria di api. Considerando l’enorme mole di attività legate a quest’ultime, ‘essenziali’ per la natura,  rischiamo davvero il punto di non ritorno…

M.