“Cosa ci riserva il futuro? Né voi né io possiamo dirlo ma c’è una cosa che l’Esercito degli Stati Uniti può fare ed è di essere pronto per assicurare che abbiamo le opzioni militari che il nostro presidente può impiegare se sarà necessario”. Commentando le continue provocazioni del regime nordcoreano, James Mattis, segretario alla Difesa degli Stati Uniti, sembrare ’suonare l’adunata’ intervenendo all’annuale incontro con l’Associazione dell’Esercito americano a Washington. Intanto, spiazzando la lina dura dell’Amministrazione, Jimmy Carter, l’ex presidente democratico 93enne e premio Nobel per la pace, incontrando un professore sudcoreano avrebbe manifestato la sua disponibilità a recarsi in Corea del Nord per incontrare personalmente Kim Jong-un. Carter vorrebe adoperarsi per scongiurare un eventuale conflitto, ed ammordibidire le tensioni seguite ai test nucleari e missilistici condotti da Pyongyang. Come ha riferito Park Han- shik, professore di origine coreana di Affari internazionali all’Università della Georgia, “Se l’ex presidente Carter potesse visitare la Corea del Nord, vorrebbe incontrare Kim Jong-un e discutere un trattato di pace tra Washington e Pyongyang e una denuclearizzazione completa della Corea del Nord”. Commentando con il quotidiano sudcoreano JoongAng Daily l’incontro con l’x presidente Usa, il docente ha spiegato che “Carter vuole utilizzare la sua esperienza per impedire una seconda guerra coreana, e contribuire a stabilire un regime permanente di pace nella penisola coreana”. Come dicevamo però, l’iniziativa di Carter non è piaciuta alla Casa Bianca, che vorrebbe evitare di mostrare ’arrendevolezza’ nei confronti di Kim, optando per le maniere forti. E proprio per questo sembra che un funzionario del dipartimento di Stato che si è recato personalmente nell’abitazione di Carter, per invitalo a non parlare pubblicamente della crisi. Un ’consiglio’ maldigerito dall’ex presidente il quale, parlando nei giorni scorsi col ’Washington Post’, ha definito la crisi nordcoreana come “la più grave minaccia esistenziale della pace mondiale”, appellandosi sia a Washington che a Pyongyang, affinché giungano ad un intesa pacifica per stemperare le tensioni e “raggiungere un accordo duraturo e pacifico”. Dal canto suo Park, l’uomo che che ha organizzato nel 1994 e nel 2010 i viaggi di Carter in Corea del Nord, ha affermato all’agenzia di stampa Yonhap di essersi fatto latore con Pyongyang sul desiderio da parte dell’ex presidente Usa, di visitare il paese asiatico insieme ad una delegazione statunitense. “Dobbiamo ancora ricevere una risposta, ma sono sicuro che stanno prendendo la cosa in considerazione”, ha spiegato Park.
M.