Si conclude con esito più che positivo la vicenda della giovane ragazza pakistana, Menoona Safdar, portata nel paese di origine dai propri genitori contro la sua volontà. La 23enne si era rivolta, attraverso una lettera, alla sua vecchia scuola chiedendo aiuto per poter tornare in Italia. Una storia che ha scosso molte coscienze e che ha da subito messo in moto lintervento della Farnesina. Ora, Menoona sta per tornare a casa e lo annuncia “con grande soddisfazione” il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Tutta la vicenda però rimane nella più completa riservatezza e non è possibile al momento carpire ulteriori dettagli: “Non possiamo aggiungere altro né sul volo né sulle trattative che sono state fatte per arrivare al rimpatrio” dicono alla Farnesina rimandando a una nota nella quale si attibuisce il risultato “allefficace azione della nostra ambasciata a Islamabad in stretto raccordo con la Farnesina”.?Costretta a lasciare le superiori circa un anno fa e a tornare in Pakistan perché il padre non voleva più che studiasse ma che sposasse un uomo scelto dalla famiglia, la 23enne aveva chiesto aiuto con una lettera allistituto Majorana di Cesano Maderno (Monza) che era riuscita a frequentare soltanto fino al quarto anno. Per convincerla a partire era stato usato un inganno e così Menoona aveva scoperto soltanto una volta arrivata in Pakistan che quel soggiorno non sarebbe stato temporaneo. Vi prego, aiutatemi – aveva scritto la ragazza nella lettera datata 29 giugno alla scuola – Mi hanno preso tutti i documenti e mi hanno lasciata qui”. La scuola, ricevuta la lettera, ha denunciato laccaduto ai carabinieri e alla procura di Monza. La documentazione sul caso è stata poi trasmessa alla prefettura di Monza e Brianza perché interessasse il ministero degli Esteri e Interpol. La linea scelta dallistituto è sempre stata quella della discrezione. Anche ora che si è risolto tutto positivamente, il preside, Antonio Cangiano, sceglie di non commentare la notizia e non rilascia nessuna dichiarazione.?In Pakistan Menoona Safdar ha conosciuto un ragazzo. “Ora vivo con lui ma i miei genitori non vogliono che stia con lui – aveva raccontato al telefono allAnsa durante il periodo di trattenimento forzato – perché la cultura nel nostro Paese non permette alle giovani di scegliere con chi stare. Ho provato a chiedere aiuto alla mia ambasciata ma non mi hanno ascoltata. Vi prego, voglio tornare in Italia, è lì che vedo il mio futuro”.
Una volta che la 23enne sarà rientrata, si tratterà di capire come coinvolgere e integrare la famiglia nel tessuto brianzolo. Questo almeno è lintento del sindaco di Boviscio Masciago, il paese nel quale vive la famiglia della 23enne. Giuliano Soldà, primo cittadino della cittadina, infatti, dice che prenderà contatti con i Safdar “per avviare un percorso di integrazione, siamo convinti che ogni persona abbia il diritto di autodeterminare il proprio futuro”.