“Quando una traccia musicale dance di uno dei discorsi di Giorgia Meloni è diventata virale in novembre, è nata una stella. Il Dj dietro la traccia, in cui Meloni grida ripetutamente ‘sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma, sono cristiana’ pensava ad un’ironica stoccata al suo marchio di politica identitaria di estrema destra, ma l’ironia si è persa nella crescente legione dei fan di lei che ne hanno fatto un inno. Ora il Partito Fratelli d’Italia di Meloni è al 10% nei sondaggi rispetto al 4,4% delle elezioni del 2018 e ruba voti alla Lega di Matteo Salvini. Malgrado il suo status di stella nascente, Meloni è stata ministro con Silvio Berlusconi nel 2008 e ciò fa di lei una abile veterana”.
Non sono le parole buttate lì da un qualsiasi giornalino di quartiere (con tutto il rispetto s’intende), ma messe nero su bianco dall‘autorevole ‘Times’, che nel suo ultimo numero ha annoverato Giorgia Meloni tra i 20 volti (ciascuno per la propria professione o campo d’azione), che potrebbero contribuire “a plasmare il mondo” nel corso del 2020.
Come spiegato, a colpire in positivo il quotidiano britannico è stato proprio il contenuto del comizio che la leader di Fdi ha tenuto a Piazza San Giovanni, e dal quale è stato estrapolato il seguitissimo video rap.
La minuziosa ricerca condotta dal ‘Times’ ha letteralmente setacciato i volti nuovi, soprattutto giovani, della nostra società, convincendosi delle loro possibilità di successo in funzione di versi metri di giudizio, non ultimo il gradimento e la popolarità. La notizia che in qualche modo esalta la figura della Meloni, restituendole anche grande soddisfazione sotto il profilo ‘istituzionale’, è che lei è l’unica italiana che figura nella ‘Top 20’.
Il ‘Times’ è infatti convinto che tra questi si celino diverse sorprese, anche politiche, tali da poter presto ‘spodestare’ dal loro ruoli anche personaggi apparentemente irremovibili del calibro di Recep Tayyp Erdogan (Turchia), o Benyamin Netanyahu (Israele). Un ‘pronostico’ che non esclude gli Usa dove, indicandolo semplicemente con un’iniziale – B – guarda caso, il prossimo novembre il presidente Trump dovrà vedersela con tre sfidanti, il cui cognome inizia proprio con la lettera B: Michael Bloomberg, Joe Biden, e Peter Buttigieg, ma c’è anche Bernie Sanders.
Annoverata tra i ‘giovani’, la Meloni è affiancata da politici ed attivisti come Valerie Precresse (leader del centrodestra francese), possibile contendente di Macron per le prossime presidenziali; la principessa 14enne Leonor, erede al trono spagnolo, amatissima nel suo paese; quindi David Hoog, un 19enne americano recentemente scampato ad una strage di massa, la cui lotta contro la libera vendita di armi è seguita su Twitter da ben un milione di follower. Infine, in altri stati, spazio per Yuri Dudd e Yegor Zhukov (entrambi 32enni – Russia); Jimmy Sham (32enne – Hong Kong); e Mikulas Milnar (28 anni, Cecoslovacchia).
Il ‘Times’ indica ovviamente anche personaggi più maturi come Markus Soder (Germania); Shinjiro Koizumi (Giappone); Gideon Saar (Israele); il ‘cervellone’ e potente Qassem Sueiman (Iran); ed Ali Babacan (Turchia).
Max