Nello stomaco dei tonni pescati nel Mediterraneo sono stati ritrovati fino a 5 kg di frammenti plastici”. E una notizia a dir poco agghiacciante quella seguita allallarme lanciato dal direttore scientifico del Laboratorio Biormarker e docente di ecotossicologia Maria Cristina Fossi, dell’Università di Siena: il Mediterraneo è uno dei mari con il più alto tasso di contaminazione da plastica al mondo. La studiosa lo ha evidenziato da New York, intervenendo nellambito dellaconferenza mondiale degli Oceani. La Fossi lancia lallarme, non cè più tempo da perdere perché il mare nostrum si accinge a trasformarsi in una schiumosa distesa di materiali plastici e di rifiuti: “gli elementi scientifici ci sono, bisogna agire, spiega preoccupata la studiosa. E dire che, in seguito alla legge varata nel 2011 (che ha imposto il divieto alluso dei sacchetti di plastica), il nostro Paese è stato il primo Paese Ue ad affrontare tangibilmente questo problema. Intendiamoci, molto è stato fatto, come tiene a precisare direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani: “sono molto importanti: in cinque anni abbiamo assistito alla riduzione del 55% del polietilene utilizzato per produrre sacchi asporto merci. E stiamo utilizzando i sacchi compostabili per incrementare la raccolta differenziata”. E su tale esempio, virtuoso, ora Legambiente si sta impegnando per estendere il bando dei sacchetti di plastica non compostabili, a tutti gli Stati del Mediterraneo e non, entro il 2020. Come ha avuto modo di testimoniare il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo: “ho avuto l’occasione di illustrare al presidente dellAssemblea generale delle Nazioni Unite, Peter Thomson, la leadership italiana nella lotta al marine litter e abbiamo concordato che lesempio del nostro bando ai sacchi non compostabili rappresenta un esempio virtuoso a livello internazionale. Ci si rivolge dunque con grande speranza allimminente G7 ambiente di Bologna(11 e 12 giugno), dove tale problematica godrà della stessa attenzione che sarà riservata al futuro degli Accordi di Parigi. Tuttavia il giorno prima, 10 giugno, il ministero dell’Ambiente italiano, in collaborazione con quello francese e Novamont, daranno vita a un confronto tra Italia e Francia su come e quali leggi adottare per scongiurare il punto di non ritorno in relazione lorribile inquinamento del mare a causa dei rifiuti plastici.
M.